Mercoledì 1 Maggio 2024

Covid: contagi raddoppiati in un mese, +58% i ricoveri. Gimbe: con epidemia di influenza rischi di tenuta per la Sanità pubblica

Duplicati anche i morti. Pochi test: numero di casi sottostimato. Copertura vaccinale bassa, il monito della Fondazione che monitora la circolazione del virus: adottare comportamenti responsabili

Il trend dei ricoveri Covid (Fondazione Gimbe)

Il trend dei ricoveri Covid (Fondazione Gimbe)

Roma, 5 dicembre 2023 – Continua a salire il numero dei contagi Covid. “Da 3 settimane consecutive si rileva la progressiva ripresa della circolazione virale – osserva la Fondazione Gimbe – dalla settimana 2-8 novembre a quella 23-29 novembre il numero dei nuovi casi settimanali è aumentato da 26.855 a 52.175 (+94,3%)”. Praticamente siamo di fronte a un raddoppio delle infezioni.  

Contagi sottostimati

Peraltro, rispetto all’effettiva circolazione del virus Sars Cov-2, responsabile del Covid, “il numero dei contagi è largamente sottostimato – fa notare il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta – perché il sistema di monitoraggio, dopo l'abrogazione dell'obbligo di isolamento per i soggetti positivi, poggia in larga misura su base volontaria”. 

Assistiamo a un fenomeno di undertesting – si fanno pochi tamponi nelle persone con sintomi respiratori – e under-reporting – le persone che fanno il test fai da te e solo in pochi casi la positività viene comunicata alle asl. 

Ricoveri e morti

Crescono anche i ricoveri in area medica: da 3.632 fino a 5.741 +58% in 4 settimane (1-29 novembre), in terapia intensiva da 99 a 170 (+71,7%), nello stesso arco temporale. I numeri esigui in rianimazione dimostrano che raramente la malattia evolve in forme serie. Ma “l'incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti”. Il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l'aumentare dell'età. 

I decessi sono raddoppiati nelle ultime 4 settimane: da 148 nella settimana 26 ottobre-1 novembre a 291 nella settimana 23-29 novembre (figura 5), per un totale di 881 decessi. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, si tratta quasi esclusivamente di over 80.

Le varianti Eris e Pirola

Le varianti che circolano in Italia appartengono al ceppo di Omicron ì; l'ultima indagine rapida dell'ISS, effettuata su campioni notificati dal 13 al 19 novembre 2023, segnala come prevalente (52,1%) la variante EG.5 ( Eris) con un aumento (dall'1,3% al 10,8%) della variante BA.2.86 (Pirola). Varianti che sono classificate come di “interesse” ma non preoccupanti. Eris e Pirola sono in grado di dribblare “moderatamente” l’immunità da vaccinazione o da pregressa infezione. Per questo si diffondono rapidamente. Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), non ci sono evidenze che causino una malattia più grave. 

Vaccini, coperture basse. A chi sono consigliati

I tassi di copertura vaccinale restano molto bassi negli over 60, ed in particolare negli over 80, la categoria più a rischio di complicazioni legate al Covid. Al Sud sono prossimi allo zero. Al fenomeno della 'stanchezza vaccinale'  – dice Gimbe – e alla continua disinformazione sull'efficacia e sicurezza  dei vaccini, si aggiungono “ritardo nella consegna e distribuzione insufficiente, mancata attivazione della chiamata attiva dei pazienti a rischio, difficoltà tecniche dei portali web di prenotazione”.

I vaccini - con la formulazione aggiornata monovalente XBB 1.5, già approvata da EMA – continuano ad essere raccomandati alle persone con 60 anni di età o più, donne in gravidanza o in post partum (anche che allattano), ospiti di Rsa, operatori sociosanitari. Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie serie e ai loro familiari. 

Con l’epidemia di influenza rischi di tenuta per il SSN

Alla popolazione la Fondazione Gimbe rivolge l'invito a “mantenere comportamenti responsabili: perché nei prossimi mesi il vero rischio reale del COVID-19, insieme all'epidemia influenzale, è quello di compromettere la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, già profondamente indebolito e molto meno resiliente, in particolare per la grave carenza di personale sanitario”.

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L’incidenza 

Nella settimana 23-29 novembre l'incidenza dei nuovi casi oscilla da 1 caso per 100mila abitanti della Sicilia a 183 del Veneto - ricostruisce il report Gimbe - Rispetto alla settimana precedente i nuovi casi aumentano in 15 Regioni: dal +3,7% del Veneto al +43,4% della Sardegna. In calo le restanti 6 Regioni: dal -3,5% della Provincia Autonoma di Trento al -32,3% dell'Umbria. In 80 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +1,5% di Trieste al +60% di Matera. Nelle restanti 21 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,2% di Salerno al -50% di Messina); stabili le Province di Cagliari, Catanzaro, Enna, Oristano, Siracusa, Sud Sardegna con una variazione dello 0%". Secondo l'ultimo Aggiornamento nazionale dei dati della Sorveglianza Integrata COVID-19 dell'Istituto Superiore di Sanità, rispetto alla distribuzione per fasce di età, fatta eccezione per la fascia 0-9 anni in cui si registrano 20 casi per 100 mila abitanti, l'incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 16 casi per 100 mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 177 per 100 mila abitanti nella fascia 80-89 anni, fino a 221 per 100 mila abitanti negli over 90. Questo si spiega con una “maggiore attitudine al testing con l'aumentare dell'età, confermando la sottostima della circolazione virale”, sottolinea Cartabellotta.