Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus e morti fantasma. Prime verità su chi si spegne in casa

Dall’Istat allo studio di Ricolfi, le ipotesi sui decessi che non figurano tra i numeri ufficiali. Una ricerca condotta sui Comuni lombardi: "Vittime a quota 15mila, il doppio di quelle registrate"

Coronavirus

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Roma, 11 aprile 2020 - Morti fantasma, una certezza per chi ha visto un proprio familiare morire con tutta probabilità di Covid ma senza la conferma di un tampone e senza che il proprio caro figuri nelle statistiche ufficiali. I numeri veri sono impossibili da dare al momento. Ma è ormai certo che le vittime positive al Coronavirus, da quando è iniziata l’emergenza, siano molte di più rispetto alle quasi 19mila che Regioni e Protezione civile hanno registrato. Per loro stessa ammissione, tra l’altro. 

Qui il bollettino dell'11 aprile

Sempre più esperti tentato tuttavia di avvicinarsi alla verità. E il confronto Istat coi decessi degli anni passati (anche se incompleto perché relativo a 1.084 Comuni) rafforza la sottostima ufficiale. Nel campione analizzato il totale dei morti è cresciuto dagli 8.054 del periodo 1-21 marzo 2019 ai 16.206 dell’1-21 marzo 2020: +8.162 morti in 21 giorni (Bergamo +385%, Piacenza +311%, Cremona +299%, Pesaro +264%, Lodi +202%, Milano +17%). E mancano i dati sugli ultimi tragici giorni di marzo. Per farsi un’idea, secondo ministero della Salute e Protezione civile i decessi sul territorio nazionale "per" o "con" Coronavirus sono stati 4.796 dal primo al 21 marzo. 

Le motivazioni di questa discrepanza? A molte vittime non è stato fatto il tampone; tanti morti non sono registrati come vittime Covid perché non passati da canali istituzionali; in numerose case di riposo non esistono referti clinici. Anche il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha ribadito il concetto: "È verosimile che abbiamo una sottostima rispetto ai morti riportati". Però ci sono anche numeri in controtendenza: Firenze, ad esempio, registra meno morti tra gennaio e marzo 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

"In molti Comuni è successo quel che per la prima volta venne denunciato dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori – spiega il sociologo Luca Ricolfi su FondazioneHume.it –: i morti in eccesso rispetto all’anno scorso sono molto più numerosi dei morti ufficiali per Covid-19 comunicati dalla Protezione civile. E poiché non sembrano esserci spiegazioni plausibili per questo eccesso, che si è verificato in numerosi Comuni, pare inevitabile concludere che i morti effettivi per Covid-19 siano molti di più di quelli ufficiali. Il dubbio è solo se i morti effettivi siano 2, 3 o 4 volte di più dei morti accertati. Sembra che il moltiplicatore sia circa 3, ma il fatto che il campione Istat non includa tutti i Comuni, non può che indurre alla prudenza". Il professore Ricolfi esamina anche la reale situazione del Centro-Sud, apparentemente graziato da Sars-Cov-2: "Il Mezzogiorno non risulta affatto un’isola felice, ma ha numeri paragonabili a quelli del resto dell’Italia. Secondo la Protezione civile al Sud la mortalità è quasi 20 volte più bassa che nella zona rossa, ma le cifre Istat dicono altro: le morti sono 104 (ogni 100mila abitanti) nella zona rossa e ben 61 nel Sud".

Solo in Lombardia i morti reali sarebbero 15mila (rispetto agli 8.722 ufficiali) e i contagiati 972mila (47mila registrati). È il bilancio choc del monitoraggio dei decessi di InTwig, società di data management, curato dal professor Aldo Cristadoro, guidato da un algoritmo che incrocia i dati di diverse fonti. "Altri motivi diversi dal Covid? Non ci sono altre ragioni per uno tsunami simile", spiega Cristadoro. A Cremona e provincia si può stimare che i morti per Covid-19 siano stati 1.295 nel solo mese di marzo 2020. Il doppio di quelli ufficiali da inizio epidemia. L’indagine è stata lanciata con l’invito ai sindaci del Cremonese (113) a fornire i numeri dei decessi mettendo a confronto i dati dei primi tre mesi 2020 con quelli degli anni passati. Quanto ai contagiati Covid-19 la stima è di oltre 83mila, il 23% degli abitanti. Le stime, verificate sui dati reali dei decessi, si basano su un tasso di letalità dell’1,6%, in linea col report dell’Imperial College. I ricercatori londinesi hanno stimato che in Italia (al 31 marzo) le persone contagiate siano 5,9 milioni: il 9,8% della popolazione.