Lunedì 6 Maggio 2024

Coronavirus, Burioni dopo il bollettino: "Le cose si mettono male"

Per il virologo il Covid è "infettivo e nocivo come nella scorsa primavera". Crisanti: "A 3mila casi mi preoccupo". Pregliasco: "Effetto dell'apertura delle scuole". Galli: "Bisogna tenere alta l'attenzione"

Covid, Roberto Burioni: le cose si mettono male (ImagoE)

Covid, Roberto Burioni: le cose si mettono male (ImagoE)

Roma, 1 ottobre 2020 - Pochi minuti dopo l'ultimo bollettino dei contagi da Coronavirus, che segna un balzo dei contagi (2.548, con 24 morti) anche se resta ancora lontano dai dati degli altri Paesi europei, arriva il tweet allarmato di Roberto Burioni, immunologo dell'università San Raffaele di Milano.  "Le cose cominciano a mettersi peggio - scrive il noto esperto - Vi prego, state attenti, mantenete le distanze, portate le mascherine, evitate luoghi affollati al chiuso, lavatevi le mani. Il virus è lì fuori, infettivo e nocivo come nella scorsa primavera. Dipende tutto da noi". 

E in serata Burioni, sempre su Twitter spiega: "I positivi aumentano perché si fanno più tamponi? Magari fosse vero!",e aggiunge l'immagine di un grafico Gimbe che mostra l'andamento dei ricoveri ospedalieri e nelle terapie intensive negli ultimi giorni a causa della pandemia di Covid-19. 

Quanto al vaccino contro Covid-19, Burioni prende a prestito un paragone calcistico: "è come l'Italia del 2006: ha superato la Germania in semifinale giocando una magnifica partita. Adesso si va in finale dove c'è la squadra più forte del mondo. Certo, il risultato non è al sicuro: ma se si è in finale significa che si può vincere, chi ha perso in semifinale è già a casa. Noi siamo invece in campo. Incrociamo le dita e prendiamo tutte le precauzioni: ci serve ancora qualche settimana o mese per sapere se il vaccino funziona o meno. E se funziona per il virus saranno guai", scrive il virologo sul suo sito 'Medical Facts' commentando i nuovi risultati sul candidato vaccino della società biotech americana Moderna, diffusi ieri.

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Crisanti: a 3mila casi mi preoccupo

In un'intervista rilasciata a Tpi.it. Andrea Crisanti, virologo e professore ordinario di Microbiologia dell`Università di Padova, si mosra poco ottimista: "Sicuramente è un'impennata decisiva. Ricordiamoci però che c`è sempre un accumulo di casi dal weekend, quando vengono fatti meno tamponi. Il mercoledì e il giovedì sono sempre i giorni in cui il numero dei casi è più alto statisticamente". E spiega:  "Questi sono i casi delle scuole e delle attività produttive riaperte che si iniziano a vedere. Se riusciamo a mantenere stabili questi 2.500 casi per le settimane successive, potremmo dire che la situazione è sotto controllo", sottolinea, ma avverte: "Se nei prossimi giorni vediamo una repentina impennata a 3mila casi io personalmente inizio a preoccuparmi". 

Pregliasco: effetti dell'inizio scuola

Secondo un altro conosciutissimo virologo, Fabrizio Pregliasco, il dato-monstre di oggi (con numeri che non vedevamo da 5 mesi), "purtroppo rientra in una tendenza attesa. I contagi stanno crescendo in tutta Europa, e da noi assistiamo a una diffusione entropica, sparsa su tutto il territorio e a prevalenza intrafamiliare".  Per Pregliasco questi numeri "sono probabilmente già legati all'effetto dell'apertura delle scuole, anche se su questo avremo dati più attendibili nelle prossime due settimane. Ora c'è soprattutto la diffusione in famiglia, tra persone che si conoscono, ed è evidente il ruolo degli asintomatici nel contagio, visto che ormai la stragrande maggioranza dei sintomatici riusciamo a bloccarli prima che possano fare troppi danni".  Se i casi aumentassero ancora si arriverenne al lockdown? Su questo Pregliasco rassicura: "Non credo si andrà di nuovo a una chiusura totale come quella di marzo. Sicuramente ci saranno chiusure mirate, locali, e poi dovremo abituarci a un nuovo galateo, con l'uso massiccio di mascherine, dove necessario anche all'aperto".

Galli: tenere alta l'attenzione

Anche da Massimo Galli, direttore Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano, arriva un appello agli italiani: "È un dato di fatto che potremmo avere problemi, quindi bisogna tenere l'attenzione alta". Insomma, dice l'esperto intervenendo su SkyTg24: "Queste due o tre prossime settimane sono cruciali nell'osservazione, nel contenimento e nell'intervento immediato sulla limitazione dei focolai". "Per quanto riguarda la nostra situazione - ha aggiunto Galli, dell'equipe che ha scoperto due anticorpi neutralizzanti super potenti - stiamo certamente meglio rispetto alla Francia e la Spagna e speriamo che si continui a stare meglio, però è un dato di fatto che potremmo avere problemi quindi bisogna tenere l'attenzione alta". Un attenzione che va concentrata soprattutto nelle Regioni dove "dopo l'estate si sono viste arrivare infezioni che precedentemente non avevano".

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