Mercoledì 24 Aprile 2024

Caffè lockdown Anime perse fuori dai bar

Giorgio

Comaschi

e chiedo di spostarsi con la brioche un po’ più in là, poi quando vuole le preparo il caffè...". Una delle tante frasi che racchiudono la profonda tristezza e l’inequiparabile mestizia del mondo fuori dai bar nell’epoca del virus. Zona arancione e zona rossa vuol dire anche questo. Il deambulare incontrollato di gente che vuol fare colazione e si sottopone a tristissimi provini da clochard. Quelli che mangiano sotto il portico, quelli che addentano brandelli di paste alla crema con caduta di briciole e squizzi di crema su vestiti, pantaloni e anche scarpe. La scena è tragicamente reale. Fuori dai bar ciondolano persone (magari coi cappottoni lunghi che una volta facevano "sborone" ma che adesso fanno senza fissa dimora) che escono dal caffè con in mano un bicchierino di carta rovente, con il coperchino che poi cade in terra, mentre l’altra mano regge un cornetto avvolto in un sommario fazzolettino di carta svolazzante.

L’avventore, non avendo quattro o cinque mani, è costretto a evoluzioni da danza contemporanea per reggere il tutto. La brioche mangiata sul marciapiede ha un tempo di esposizione cortissimo, nel senso che viene divorata come se uno fosse a digiuno da tre anni, perché altrimenti crolla tutta l’impalcatura. Il tutto si svolge (la vista è raccapricciante) con le mascherine a mezz’asta, attaccate solo a un orecchio, quindi pendenti ad altezza guancia. L’uomo (o la donna) che fa colazione per strada davanti a un bar è di una bruttura agghiacciante. Quasi da Halloween. Basta cerchiare gli occhi di nero, metterci due cicatrici finte ed è fatta. Mostri da virus. Gente che esce prima a mangiare, poi rientra, torna fuori col caffè, poi rientra a pagare. Un’agonia. E se davanti o di fianco al bar sono in due o tre che stanno compiendo questa operazione, ci sarà sempre uno che passa di lì e urla: "Assembramentooo!!". Oppure: "Mascherinaaaaa!!!". Quindi... state a casa. Una bella moca, due merendine, e passa la paura. Anche per dignità.