Giovedì 25 Aprile 2024

Cactus rarissimi spediti per posta Scoperto un traffico milionario

Sequestrate 171 piante grasse in via d’estinzione in una serra del Riminese. Una denuncia anche ad Ancona. Gli esemplari estirpati da Messico, Cile e Usa e venduti ai collezionisti d’Europa e Giappone a 5mila euro

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di Grazia Buscaglia

La loro vita era in Messico, sotto il sole cocente del deserto. Altri loro ’fratelli’ erano nati e cresciuti in quello di Atacama, in Cile, altri ancora negli aridi terreni degli Stati Uniti. Una vita fatta di sole e luce fino a quando non era arrivata la mano dell’uomo che li aveva strappati e portati via. Lontanissimo. Chi in Europa, chi addirittura è finito, dopo un viaggio come un pacco postale, in Giappone, ad abbellire la collezione di appassionati dal ’pollice verde’ con molto denaro da spendere e poco rispetto per l’ambiente.

Ecco, la triste storia di oltre 171 cactus pregiatissimi, che sono stati ritrovati e sequestrati dai carabinieri forestali del nucleo di Ancona con l’aiuto dei colleghi, sempre forestali della stazione di Morciano di Romagna, in provincia di Rimini. Le piante, appartenenti a diverse specie in via d’estinzione, erano detenute illegalmente in una serra di un morcianese, un collezionista–trafficante che ora è indagato, insieme al suo complice marchigiano di 43 anni dalla procura di Ancona. I due indagati, oltre alla confisca di tutte le piante, rischiano pene che vanno dall’arresto fino ai due anni, all’ammenda fino a 150mila euro, sanzioni che sono previste da una legge del 1992 che recepisce la Convenzione di Washington-Cites in Italia. I 171 cactus sequestrati e ora affidati alle amorevoli e competenti mani degli specialisti dell’orto botanico dell’Università di Milano, sono solo gli ultimi di una lunghissima serie di piante strappate dalla loro terra e importate illegalmente in tutte le parti del mondo. Ai collezionisti coinvolti nel traffico internazionale poco importava della salute delle piante o del danno elevatissimo arrecato all’ecosistema. A loro interessava solo il guadagno che si poteva ricavare da quelle piante dal fascino e dalla storia esotica: per ciascuna di loro gli appassionati erano disposti a spendere anche 4-5mila euro. I cactus venivano così sradicati dalle loro terre e messi in buste per poi essere spediti come pacchi postali, tra l’Europa e il Giappone, i mercati più redditizi per questo tipo di business di nicchia.

L’indagine era partita nel febbraio scorso quando erano state sequestrate a un trafficante di Senigallia, le prime 930 piante, estirpate illegalmente nel corso di 7 viaggi tra Cile e Argentina e importate illecitamente, per aggirare i controlli, attraverso il sistema dell’invio dei pacchi postali nell’Unione Europea in violazione alla Convenzione di Washington sulla tutela delle specie animali e vegetali in via d’estinzione. E durante l’inchiesta sono emersi numerose importazioni ed esportazioni con dieci trafficanti e collezionisti stranieri coinvolti, mentre nove sono gli italiani. Fino a oggi le piante sequestrate hanno un valore che supera il milione di euro. Ma alcune di loro, proprio per la loro rarità, potrebbe tornare al loro Paese, in Cile, nel loro ambiente naturale. Finalmente di nuovo libere, sotto il sole.