Mercoledì 24 Aprile 2024

Bando agli snob Oggi è Amazon Babbo Natale

Viviana

Ponchia

Natale senza Amazon. I francesi non fanno sconti e per frenare l’avanzata dell’"azienda predatrice", ritenuta la causa dell’agonia del commercio tradizionale, scrivono una lettera a Babbo Natale. Che è come scrivere a Jeff Bezos in persona. Perché Amazon è Babbo Natale. Arriva da lontano, si ferma davanti alla porta di casa e soddisfa qualsiasi desiderio. Ogni volta un’emozione, un regalo azzeccato. E se non va c’è la resa. Cercavo un amplificatore di segnale wi-fi quando il lockdown era solo fantascienza. Alla fine di una tormentata argomentazione (questo non l’abbiamo, questo è caro, provi la concorrenza) l’addetto mi ha sussurrato: se va su Amazon stasera glielo consegnano a 18 euro.

Non difendo il colosso mondiale che fa le scarpe al vecchio shopping. Dico un’ovvietà: è comodo. Ed è un’idea vincente, un assaggio di quel futuro che tante piccole botteghe vogliono negarsi condannandosi all’estinzione. Velocità, prezzi convenienti tutto l’anno, offerta vastissima. Amazon ha rimescolato gli ingredienti del successo e non ha colpa (non tutta) se gli altri sono in crisi. Diciamo che ne sfrutta le debolezze. E prima di boicottare il predatore è sulle debolezze che bisognerebbe intervenire (questo già prima del Covid). È evidente che sul piano dell’emozione non c’è partita. Sfogliare un libro, provare un abito e sognare davanti a una vetrina sono un’altra cosa. Ma chi andava a pensare che un giorno le vetrine sarebbero state proibite? Forse solo Amazon, che segna così un altro punto.