Venerdì 26 Aprile 2024

Aspettiamo, il campionato è ormai finito

Leo

Turrini

Siamo tutti d’accordo. Sarà bellissimo restituire i grandi eventi dello sport al pubblico. Sarà una gioia rivedere gli assi del calcio negli stadi pieni, o quasi. La riconquista della normalità passa anche, se non soprattutto, attraverso i gesti simbolici. Eppure, senza iscrivermi al partito dei catastrofisti in servizio permanente effettivo, a me pare prematura la richiesta della Lega Calcio. Il virus c’è ancora: lo ammettono pure gli ottimisti. Le precauzioni continuano ad essere indispensabili, a maggior ragione se guardiamo ai numeri extra Italia. Ma non è solo questo. Il campionato è agli sgoccioli. Mancano sei giornate. A luglio sarà tutto finito. Non sarebbe più sensato immaginare la riapertura degli impianti, organizzata come si deve, per settembre, quando la serie A si rimetterà in moto? Che cosa è più importante: governare un futuro (che non sarà privo di difficoltà) o portare sugli spalti quattro gatti per sfide che ormai hanno poco da dire, essendo quasi tutto definito in classifica? È meglio gestire l’emergenza o programmare, con un briciolo di calma!, il recupero delle antiche, sane abitudini? So benissimo che fortissimo è il desiderio di rimuovere, cancellare, azzerare addirittura il ricordo della pandemia. È umano, accadeva anche ai reduci di guerra, quasi tutti non ne parlavano volentieri. ma di solito proprio i reduci dalle trincee, dopo, erano i più fervidi sostenitori della pace. Gli stadi li riapriremo. Con giudizio. L’abbiamo già pagato sin troppo caro, il prezzo degli allarmi sottovalutati. O no?