Mercoledì 24 Aprile 2024

Alluvione, i paesi ancora sott’acqua: quanto tempo servirà per liberarli? Torna l’incubo pioggia

La situazione più grave a Conselice (Ravenna). Al lavoro ventiquattro idrovore per ripulire l’area. Allerta per nuove precipitazioni, un migliaio di frane. Crolla un ponte nel Bolognese

Gli interventi dell'Esercito nella zone colpite dall'alluvione in Romagna

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Roma, 25 maggio 2023 – Da Conselice alla periferia di Ravenna, Fornace Zarattini e la via Canalazzo: è l’alluvione che non finisce. Dove l’acqua stagna e resiste dopo una settimana e più, c’è il rischio di contaminazione da reflui provenienti da sistemi fognari, da sostanze chimiche e rifiuti agricoli o industriali con possibili impatti sulla salute. Lo scenario sanitario è da pre-allerta e ieri l’Ausl Romagna ha diffuso una serie di indicazioni e norme di comportamento sanitarie per cittadini e volontari. Ma ormai è una corsa contro il tempo per liberare gli abitati ancora sommersi.

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Quanto ci vorrà? La prima variabile è il meteo. Resta l’allerta rossa e arancione nelle province più colpite (Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna) e la Protezione civile prevede temporali anche forti su pianura e Appennino, ma in esaurimento nella serata. Piove sul bagnato, anche se a Conselice la situazione migliora. "Abbiamo idrovore piazzate nei punti strategici del territorio che pompano l’acqua nel canale Destra Reno, sul fiume Santerno e sul Reno – dice l’assessore Raffaella Gasparri –. Il deflusso è ancora lento e gli argini del canale precari, dopo la rottura, ma l’acqua si è abbassata. Se non piove, speriamo di liberare il paese nel giro di qualche giorno".

Dieci ne ha previsti il Comune martedì, ma chiuse le falle sul Sillaro e sul Santerno, "ora l’idrovora Sabadina funziona a pieno regime – fa sapere l’Unione dei Comuni Bassa Romagna – e procede l’attività di smaltimento delle acque grazie al potenziamento delle pompe su Botte Santerno a Villa Pianta (erano già 24 pochi giorni fa, ndr ), in entrambe le sponde". Obiettivo: alleggerire il carico sul canale Destra Reno pompando l’acqua sul Santerno, mentre quella dello Zaniolo Vecchio è convogliata da una batteria di pompe sul Reno. A valle invece, a ridosso della zona industriale di Ravenna, sono state schierate le quattro grandi idrovore mobili (ognuna è in grado di aspirare fino a tremila metri d’acqua all’ora) arrivate con la Protezione civile e i vigili del fuoco slovacchi e sloveni.

La Regione fa sapere che sono 173 le idrovore complessivamente impegnate nell’emergenza e 63 i cantieri avviati per la sistemazione degli argini danneggiati. Senza tregua. Ieri mattina, sono scattate nuove evacuazioni nel Ravennate, ad Alfonsine, per il rischio di allagamenti in località Villa Pianta e nel pomeriggio, sull’Appennino bolognese, è venuto giù un altro ponte nel Comune di Monterenzio, quello di Cà di Lesso, nella frazione di Villa Sassonero. Gli abitanti della zona, isolati a causa del crollo, sono stati evacuati.

“L’Emilia-Romagna è ancora nella piena fase dell’emergenza, con 672 strade ancora chiuse, un migliaio di frane attive e oltre 23mila evacuati, tra i quali migliaia di famiglie sfollate", ha detto il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, tracciando un bilancio a una settimana dall’alluvione con un’informativa urgente alle Camere. Gli interventi immediati per la popolazione, oltre alle misure previste nel decreto approvato in Cdm, riguardano anche il contributo di autonoma sistemazione, da 400 fino a 900 euro per le famiglie con più di quattro figli, un’integrazione per gli over 65 e un contributo aggiuntivo di 200 euro al mese per i disabili. "La maggior parte delle linee ferroviarie dovrebbe essere riattivata entro inizio giugno", ha spiegato ancora il ministro.

Si spala fango e si piangono i morti. Ieri pomeriggio, più di un centinaio di persone hanno assistito nella chiesa di Russi al funerale di Delio Foschini e Dorotea Dalle Fabbriche, 71 e 73 anni, morti folgorati mentre cercavano di spostare un congelatore dal piano terra della loro casa invasa dalle acque. C’era anche la ministra Anna Maria Bernini.