Giovedì 18 Aprile 2024

Alluvione e allarme zanzare, l’entomologo: ecco a cosa fare attenzione

“L’allerta riguarda soprattutto la specie Culex e chi arriva dall’estero”. Il problema rifiuti

Zanzare e alluvione: cosa sapere

Zanzare e alluvione: cosa sapere

Roma, 25 maggio 2023 - Alluvione in Emilia Romagna e allerta (anche) per le zanzare. Culex in particolare, avvisa l’entomologo Claudio Venturelli, “perché la zanzara comune si sviluppa proprio nei grandi ristagni d’acqua ed è il veicolo del West Nile”.

Zanzare e alluvione: cosa sapere
Zanzare e alluvione: cosa sapere

Alluvione e zanzare, a cosa fare attenzione

Però, mette in chiaro l’esperto, “in questo momento non ci sono virus in circolazione. E sono già partiti i piani di sorveglianza, che sono anche precedenti all’alluvione. Ma dobbiamo essere particolarmente attenti, soprattutto nelle zone alluvionate. Dobbiamo pensare alla prevenzione e dare un’allerta ai Comuni e ai cittadini. Far capire che più vettori ci sono, quindi più zanzare abbiamo in circolazione, e maggiore è il rischio”.

Quali sono le malattie portate dalle zanzare

Chikungunya, Zika, Dengue, West Nile. Nomi che fanno paura, malattie trasmesse dai ‘vampiri’ che affollano le nostre estati. “In questo momento - mette in guardia l’entomologo - bisogna stare attenti soprattutto a chi arriva dall’estero perché c’è una grossa epidemia di Dengue e Chikungunya in Sud e Centro America. In Brasile ad esempio c’è un’allerta generale per la Dengue”.

Il piano arbovirosi

I piani arbovirosi, spiega Venturelli, partono dal 1 maggio e proseguono fino al 31 ottobre. “In questo periodo le zanzare hanno iniziato a deporre le uova. Quindi non sottovalutare questo aspetto significa anche garantire una buona applicazione della campagna di prevenzione e del piano che deve contrastare le arbovirosi, cioè debellare appunto i virus trasmessi dalle zanzare”.

A questo link le raccomandazioni dell’Iss

"Il problema riguarda tutta Italia”

E il problema riguarda tutta Italia, “perché le piogge abbondanti si sono verificate ovunque. E questo ci deve far drizzare le antenne”. Nelle zone alluvionate, oltre “ai ristagni d’acqua che rimarranno lì non si sa per quanto tempo, c’è anche la questione dei rifiuti che vengono accatastati. Vanno esaminati e monitorati attentamente perché possono diventare focolai di sviluppo di zanzare, topi, mosche. Un po’ come dopo un terremoto. Quindi va creata una sorta di unità di crisi che si occupi anche di questo. Penso anche agli animali morti, a tutto quello che ancora non si vede”.

Che cosa ci dice la storia

In Italia le ultime epidemie da disastri, ricorda l’entomologo, risalgono agli anni 50 con la malaria, “dopo non abbiamo più avuto problemi sanitari fino a quando non è arrivata la Chikungunya, dovuta alla presenza di molte zanzare tigre. Si era verificato il primo caso importato che aveva fatto esplodere un’epidemia nel 2007”.

Il caso Romania

Ma se guardiamo vicino a noi, “tra il 2015 e il 2018, quando si sono verificate le esondazioni e le alluvioni del Danubio, in Romania si sono verificati dei casi di West Nile. Tra il 2017 e il 2018 sono quasi decuplicati. Con un sistema di sorveglianza attivo tutto questo si può evitare sicuramente. Le azioni di prevenzione sono in atto. Ma anche i cittadini devono fare la loro parte”.