Sabato 27 Aprile 2024

"Al turismo servono certezze. Le restrizioni non hanno più senso"

Garavaglia dà ragione agli operatori: "Le prenotazioni non arrivano, gli altri Paesi ne approfittano"

Massimo Garavaglia, 53 anni, è ministro del Turismo dal febbraio del 2021

Massimo Garavaglia, 53 anni, è ministro del Turismo dal febbraio del 2021

"C’è una enorme voglia di Italia e il 2022 potrebbe essere l’anno della svolta. Di sicuro l’estate andrà bene, ma noi dobbiamo recuperare tutto l’anno. Per questo l’allentamento delle restrizioni, prima possibile, è fondamentale. Dobbiamo fare quel che fanno gli altri Paesi. La Germania elimina tutto da marzo, la Svizzera l’ha già fatto, così la Gran Bretagna e la Spagna. Se noi non lo facciamo, penalizziamo gli operatori e tutto il Paese, che poi paga le tasse per pagare i sostegni". Così il ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia.

Ministro, gli operatori turistici chiedono decisioni: regole chiare e semplici per la ripresa. Cosa risponde?

"Gli operatori economici hanno perfettamente ragione. Il tema cardine della ripresa del settore turistico è proprio la programmazione. Per poter riempire i nostri alberghi a Pasqua, dobbiamo avere le stesse regole che hanno gli altri Paesi europei, altrimenti il rischio che una famiglia invece di venire in Italia vada altrove è molto alto. Quindi, parità dei trattamenti. Questo vale per l’ingresso ma anche per l’uscita. E infatti i Paesi che hanno riaperto hanno visto i loro tour operator e le loro agenzie di viaggi lavorare molto di più delle nostre. Invece di sussidiare un settore, dobbiamo consentirgli di tornare ad operare liberamente".

In paesi come la Francia e la Spagna le prenotazioni per Pasqua stanno andando molto meglio che da noi...

"È proprio così. Rischiamo di avere dei numeri inferiori perché non abbiamo ancora dato una prospettiva chiara di riapertura. Io sono convinto che alla fine arriveremo lì, a riaprire. E allora tanto vale che lo diciamo per tempo, in modo che gli operatori si possano programmare e i turisti possano sceglierci".

È un tema che solleverà in Consiglio dei ministri?

"L’ho già sollevato. Devo dire onestamente che il ministro Speranza si è detto molto disponibile su questo argomento e mi ha detto addirittura che mi stupirà per la forza delle decisioni che verranno prese. Mi auguro che sia proprio così e che finalmente si risolva questa partita".

Il 2021 è stato un anno di parziale ripresa ma non per le città d’arte. Che fare per aiutarle?

"Dobbiamo modificare le regole. In città come Firenze, o Roma o Venezia il peso degli americani, ad esempio, è enorme. Ma se noi non accettiamo il Green pass americano perché è cartaceo e gli altri paesi europei lo accettano, se noi chiediamo il tampone e altri non lo fanno, dove va il turista americano? Magari vorrebbe tanto venire in Italia ma viste le difficoltà va altrove. Risultato? Nelle città d’arte abbiamo un collasso di presenze e ancora troppi alberghi chiusi".

Quindi servono decisioni mirate anche per i turisti extraeuropei.

"Certo, e occorrerà far conoscere meglio le decisioni già prese. Per esempio i turisti cinesi possono già venire in Italia, ma tanti di loro non lo sanno".

Il rischio è arrivare troppo tardi.

"Ma non è ancora detto. Certo dobbiamo darci una mossa subito. Nei giorni scorsi ho parlato con il ceo di Easyjet e ci ha mostrato delle proiezioni molto incoraggianti per questa estate e mi ha detto che potrebbero essere straordinarie se solo avessimo le stesse regole della Spagna".

Straordinarie nel senso di tornare a livelli pre-pandemia?

"Ma certo e anche oltre. I segnali in tal senso sono parecchi. Ho incontrato i vertici di Royal Caribbean, e mi hanno detto che per il 2022 prevedono numeri migliori rispetto al 2019".

E quindi? Quanto tempo ci vorrà per arrivare ad un allentamento delle regole?

"Mi auguro che nei prossimi giorni, massimo giovedì o venerdì, ci sia un quadro certo, altrimenti rischiamo di perdere centinaia di migliaia di prenotazioni. E sarebbe molto grave".