Venerdì 26 Aprile 2024

Il partito dei No-Pal

Dunque, proviamo a riassumere. Le montagne non si forano per fare ferrovie veloci, moderne: No-Tav. La terra non si scava per far passare i tubi del gas: No-Tap. Anche nel mare, guai a trivellare per cercare petrolio, metano, roba del genere, insomma quello che ci serve per vivere, per produrre, visto che non abbiamo risorse energetiche e che con le pale eoliche accendiamo al massimo qualche lampadina e facciamo pure arrabbiare Sgarbi. Quindi: No-Triv. In un Paese che ha fame di lavoro, che ha bisogno di fare, ci mancava solo un altro Ni alle concessioni a ricerche nel mar Ionio, cioè a qualcosa che si fa, di utile; un via libera dato con la morte nel cuore, con la retromarcia già innescata, giurando a se stessi (governo) e all’Italia ecologica, a chilometri zero, che quelle licenze saranno ridiscusse, e che da ora in poi non si potrà nemmeno più scavare un’aiuola nel giardino di casa, forse anche un buco nella sabbia: No-Pal, niente paletta per i bambini al mare.

Il ministro dell’Ambiente Costa ha avuto toni struggenti: «Quello che potevamo bloccare lo abbiamo bloccato». E se ne vanta pure! Allora, cerchiamo di tenere i nervi saldi e di ragionare. Come dicevamo, noi abbiamo una quasi totale dipendenza energetica. Se troviamo nuove fonti, male non ci fa. Anzi. Potrebbe fare male all’ambiente, e questo non va bene. Guai. Ma allora bisogna denunciare alla magistratura i precedenti governi che hanno avallato scelte devastanti per la terra, l’aria e il mare. Inquinatori e devastatori. O no?

In ogni caso occorre prendere le distanze da tutto il resto del mondo dove si costruiscono ponti, si fanno gallerie, si cercano giacimenti. Tutti pazzi? Tutti servi delle multinazionali? Nemici della natura? O il nostro Governo a trazione 5 Stelle è più avanti degli altri, o qualcosa non quadra. Eccome. Dice il ministro Costa: non sono qui per riportare l’Italia al Medio Evo. Non si preoccupi: a forza di No, ci siamo già.