Giovedì 25 Aprile 2024

Il Reddito di povertà

Mancano gli stagionali perché in molti preferiscono il reddito di cittadinanza. Così la ripresa stenta a decollare. Invece di abolire la povertà i grillini hanno abolito la ricchezza. Una norma da ripensare drasticamente.

Una tessera di Reddito di cittadinanza

Una tessera di Reddito di cittadinanza

Doveva accadere, è accaduto. E il grido allarme lanciato da diverse associazioni di categoria lo certifica: il reddito di cittadinanza frena la ripresa. Mancano infatti lavoratori stagionali, e settori in questo momento nevralgici come turismo, ristorazione, agricoltura non riescono a spiccare il volo quanto vorrebbero o potrebbero per mancanza di forza lavoro. Le persone contattate preferiscono infatti continuare a incassare il reddito di cittadinanza piuttosto che andare a lavorare.

Restare sul divano o magari continuare a svolgere qualche attività al nero. L’allarme è stato lanciato da Federalberghi, Coldiretti, Confesercenti, Fipe-Confcommercio, in pratica tutti gli addetti ai lavori, e i numeri sono impressionanti. Negli alberghi mancano dai 50 ai 70mila stagionali, nei campi ne servono almeno 50mila, nel turismo/commercio intorno ai 150mila. Un deficit di personale che ha spinto esercenti e aziende a rifiutare prenotazioni, a non programmare attività extra o a ridurre i servizi. Visto che infatti il reddito è abbastanza alto se rapportato allo stipendio di un cameriere, un operaio agricolo, un impiegato in un albergo, chi è che preferirebbe «sporcarsi le mani» un mese intero e non restare a casa a non far niente? Ovviamente nessuno. E questo è il risultato.

Il punto è che il reddito di cittadinanza è stato elargito senza che le politiche attive di ricerca lavoro siano state ancora avviate e funzionino, così che la misura simbolo del grillismo si è trasformata in un mero strumento di assistenzialismo (le due regioni con più RdC sono Campania e Sicilia) che ha dilapidato risorse invece di crearne. In un certo senso è stato davvero il simbolo del grillismo: un’illusione collettiva fondata sull’incapacità di governo, su persone cioé semplicemente non in grado di attuare la benché minima riforma. In sostanza di fare politica.

E’ quindi arrivato il momento di ripensare questa norma, perché l’Italia non può più permettersi un simile scempio. Al momento spendiamo per il RdC qualcosa come 9 miliardi all’anno, senza contare i danni ben maggiori alla collettività in termini di mancata crescita. O togliendola sic et simpliciter, e sarebbe la cosa migliore, o subordinandola effettivamente all’inserimento di un rigoroso percorso di ricerca di lavoro. Che una volta rifiutato fa decadere il reddito stesso.