Venerdì 26 Aprile 2024

Donne e risparmiatrici Ma non pensano all’eredità

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PENSANO alla cura dei figli ma non pensano abbastanza alla loro eredità, almeno nel senso finanziario del termine. Ecco, in sintesi, il profilo delle donne risparmiatrici secondo la direzione investimenti di Ubs Global Wealth Management (GWM), gruppo svizzero tra i leader mondiali nella gestione dei grandi patrimoni, appartenenti ai clienti con maggiori disponibilità di denaro. Ubs GWM ha pubblicato nelle scorse settimane il report dal titolo "Women and investing. Planning for your legacy", indagando su come, nell’ambito degli investimenti, le donne definiscono l’eredità, quali sono le loro preoccupazioni e quanto considerano importante mettere in atto un piano finanziario per il trasferimento del patrimonio. Gli esperti di Ubs GWM citano innanzitutto i dati un’altra ricerca realizzata in precedenza dalla società di gestione Fidelity International, secondo cui ben il 55% delle donne non ha alcun piano in atto per lasciare un’eredità ai propri discendenti, contro il 41% degli uomini. Si tratta di una lacuna non trascurabile perché, considerando che vivono più a lungo della popolazione maschile, le donne tendono anche ad avere un lascito più consistente, ereditando pure il patrimonio del partner. Oltre a non avere un piano definito sul "tesoretto" da lasciare ai posteri, molte esponenti del gentil sesso hanno anche un po’ di lacune nel misurarne l’entità.

Secondo le rilevazioni di un’altra indagine realizzata l’anno scorso dal gruppo Ubs (l’Investor Watch 2022), il 56% delle donne intervistate (contro il 47% degli uomini) non è infatti consapevole neppure di quanto può trasmettere alla generazione successiva. Quando si parla delle investitrici, però, non bisogna fare di ogni erba un fascio. Esistono infatti delle differenze generazionali nel modo in cui le donne definiscono la loro eredità. A questo proposito, da un recente sondaggio del gruppo bancario canadese Rbc emerge che le investitrici più giovani, rispetto a quelle più anziane, si dichiarano con maggior frequenza convinte di avere l’obbligo di trasferire la ricchezza alla generazione successiva.

Inoltre, le risparmiatrici del gentil sesso sono maggiormente interessate alla sostenibilità. Le donne preferiscono cioè impiegare spesso il loro capitale per creare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Il 71% si comporta così contro il 58% che si registra invece tra gli uomini. Sono inoltre le donne a essere più propense a impegnarsi in attività come il volontariato, le donazioni non finanziarie, l’acquisto di prodotti da aziende socialmente responsabili o nel dedicarsi alla filantropia, una tendenza accentuata dalla pandemia Covid-19. Sette risparmiatrici su 10 hanno aumentato il loro sostegno filantropico negli ultimi due anni, dedicandovi tempo, denaro o competenze. In questa loro attività, però, le donne difficilmente coinvolgono un professionista. Soltanto il 14%, infatti, ha parlato con un consulente finanziario di strategie di pianificazione della beneficenza, contro il 20% degli uomini.

Un altro dato interessante evidenziato dagli analisti del gruppo Ubs è che una quota considerevole di investitrici (66%) dichiara di voler lasciare una buona parte del patrimonio agli eredi non dopo la morte ma prima. Chi mostra questa intenzione lo fa perché ritiene che i propri discendenti abbiano bisogno di denaro per raggiungere determinati obiettivi di vita, come per esempio l’acquisto di una casa.