Venerdì 26 Aprile 2024

Tumori in calo, è la prima volta: "L'Italia ha imparato la prevenzione"

Gli oncologi: dieta, controlli, meno fumo

Tumori in calo: analisi di laboratorio (Foto Newpress)

Tumori in calo: analisi di laboratorio (Foto Newpress)

Roma, 4 giugno 2006 - I tumori in Italia fanno un po’ meno paura. Per la prima volta in assoluto, nel 2015, si registra una diminuzione dei casi (363.300 contro i 365.500 del 2014), e in dieci anni si riscontra un +15% di guarigioni. È quanto sottolineano gli oncologi dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), che partecipano al congresso di Chicago, il più grande appuntamento mondiale di oncologia. Nel mondo nel 2014 sono stati spesi circa 100 miliardi di dollari per i farmaci anti-cancro, il 33% in più rispetto alla fine degli anni Novanta. La spesa globale per queste terapie è cresciuta a un tasso annuo del 6,5% fino al 2013 e del 10,4% nel 2014. A fronte di questi cifre, che mettono a rischio la sostenibilità dei sistemi sanitari, la sopravvivenza è migliorata in modo significativo: oggi il 70% dei pazienti colpiti dai tumori più frequenti può affermare di aver superato la malattia.

Il cancro si può battere. Per la prima volta in Italia si registra un calo negli indici di incidenza e mortalità della malattia più temuta nei paesi occidentali. L’annuncio viene da Carmine Pinto (foto), presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) in questi giorni a Chicago per Asco, il congresso dell’American Society of Clinical Oncology. Professor Pinto, gli italiani si ammalano meno di tumore, a cosa dobbiamo questa bella inversione di tendenza?  «È un risultato dovuto a più fattori, sostanzialmente legato a migliori stili di vita. Ad esempio le campagne antifumo dal 2003 a oggi hanno funzionato, specie per quanto riguarda il tumore del polmone negli uomini, legato alle sigarette. Meno nelle donne». E oltre a smettere di fumare? «I successi della medicina sono in larga misura legati agli screening per la diagnosi precoce del tumore della mammella, della cervice uterina e del cancro del colon retto». Come consolidare questo trend positivo?  «Oltre a insistere con le campagne per scoraggiare il tabagismo, si raccomanda il vaccino contro il papilloma virus (Hpv) nei giovani. Occorre per questo migliorare le reti oncologiche, cioè avere in tutte le regioni d’Italia un sistema sanitario efficiente». Prossima offensiva nella battaglia contro il cancro? «Sappiamo che il 40% dei casi di tumore può essere scongiurato con sane regole: no al fumo, dieta corretta e costante attività fisica. Aiom chiede per questo di finanziare il fondo nazionale per l’oncologia con le accise sul tabacco, un centesimo in più a sigaretta, per colpire una delle cause del tumore al polmone, circa 41.000 nuove diagnosi registrate l’anno scorso».  L’incremento (+15%) delle guarigioni è confortante, oggi il 70% delle persone colpite da tumore supera la malattia. «C’è un calo assoluto nelle statistiche di mortalità che è forse ancora più impressionante. Caso tipico è il melanoma cutaneo, che aveva una prognosi sfavorevole (sei otto mesi) mentre oggi vediamo sempre più pazienti superare tranquillamente i cinque anni». Merito delle nuove cure, quali i medicinali più promettenti? «Sicuramente l’immunoterapia, i farmaci che sbloccano le difese immunitarie, le cellule dell’organismo reagiscono e combattono il tumore. Si aggiungono alla chirurgia, alla chemioterapia e radioterapia, e alle cure a bersaglio molecolare, sempre più efficaci in organi quali prostata, polmone, mammella e stomaco». In Italia negli ultimi 15 anni, tra antitumorali e anticorpi monoclonali, sono arrivati 63 nuove molecole, siete ottimisti?  «Sì, ma i risultati rischiano di essere vanificati se non parte un fondo nazionale per garantire accesso alle terapie a tutti i pazienti». Come recuperare risorse economiche per far fronte alla spesa sanitaria crescente?  «Dobbiamo eliminare gli sprechi, in oncologia almeno il 15% degli esami strumentali (come i marcatori) è utilizzato in maniera impropria e circolano terapie di non comprovata efficacia che costano al sistema circa 350 milioni di euro ogni anno. L’appropriatezza è una delle principali soluzioni per reperire le ulteriori risorse economiche necessarie per sostenere la battaglia contro il cancro. La spesa per questi nuovi farmaci è esplosa nel mondo fino a toccare quota 100 miliardi di dollari, il 33% in più rispetto alla fine degli anni Novanta».