Mercoledì 24 Aprile 2024

Basket, Rose: "Non sono finito. Darò ancora tanto al basket"

L'esterno passato questa estate ai New York Knicks dopo otto anni passati ai Bulls ha concesso una lunga intervista ai media americani

Derrick Rose (LaPresse)

Derrick Rose (LaPresse)

New York, 25 Agosto 2016 – La trade che a Giugno lo ha portato a New York  in cambio di Robin Lopez, Josè Calderon e Jerian Grant finiti a Chicago è stato senza dubbio uno dei colpi di mercato più roboanti dell'estate, nonostante Derrick Rose, perché è di lui che stiamo parlando, abbia saltato più di 300 gare a causa di infortuni negli otto anni trascorsi ai Bulls, franchigia della sua città natale, costellati di sfortuna ma anche di soddisfazioni come l'essere diventato rookie dell'anno nel 2008-2009 e il più giovane MVP della storia NBA nel 2010-2011. Adesso però è arrivato il tempo di una nuova avventura nella “Grande Mela” dove ad attenderlo ci sono il giovane Kristaps Porzingis e il plurimedagliato Carmelo Anthony con cui D-Rose spera di formare una miscela di talento e qualità esplosiva. Per farsi trovare pronto a sfruttare questa importante occasione di rilancio poi, Rose ha deciso di organizzare una sessione di lavoro a Los Angeles a cui ha invitato tutti i futuri compagni di squadra; un'occasione importante insomma per iniziare a cementare la chimica di squadra perché l'ex Bulls non vuole lasciare nulla al caso e si sente prontissimo a partire in questa nuova esperienza come ha rivelato lui stesso in una lunga intervista ai media americani: “Quando mi hanno riferito della trade non volevo crederci – ha detto D-Rose – perché chiaramente allontanarmi per la prima volta dalla mia città e lasciare lì la mia famiglia e i miei figli è un po' difficile e seccante. Sono cose che ti emozionano. Però sono anche molto felice perché vado in una città dove c'è una grande cultura legata alla pallacanestro. A New York amano molto i giocatori che lavorano sodo e lottano per la maglia, quindi penso di potermi calare alla perfezione nella nuova realtà visto che in campo ho sempre dato tutto ciò che avevo. Mi piacciono molto i miei nuovi compagni di squadra e ho notato che tutti siamo sulla stessa lunghezza d'onda e focalizzati sul medesimo obbiettivo. Jackson sta creando un ottima cultura nella franchigia che mi piace moltissimo. Tutti sembrano molto felici di fare ciò che fanno. Io non mi sento affatto un giocatore come finito come tante persone vogliono far credere. Questo per me è un nuovo inizio e mi sento davvero ringiovanito. Non so cosa aspettarmi ma sono certo del fatto che mi sto preparando al meglio per tornare a fare qualcosa di grande. I Knicks sono un ottimo team e credo che abbiano la possibilità di vincere ogni gara che disputeranno”.

Nuova avventura e nuovo numero di maglia – la numero 25 e non più la numero 1 – quasi a voler ricominciare tutto da capo pur senza dimenticare le proprie radici: “Non dimenticherò mai Chicago, la città da cui provengo ed in cui affondano le mie radici. Il passato è passato ma poterò sempre dentro di me la maglia numero 1. Servirà a tutti per ricordare come giocavo quando ero più giovane e il mio talento era ancora grezzo. Da quando indosserò la numero 25 invece vedrete un nuovo giocatore, più maturo e con i ritmi di gara tenuti più sotto controllo. La nuova casacca è soltanto un nuovo passo verso la giusta direzione”.

MATTEO AIROLDI