Mercoledì 24 Aprile 2024

Schengen a rischio, vertice Ue. Paesi del Nord: "Tutti devono rispettare le regole"

La Germania: "I controlli alle frontiere esterne non funzionano"

Migranti (Ansa)

Migranti (Ansa)

Bruxelles, 6 gennaio 2016 - Dopo la la decisione di Svezia e Danimarca di ripristinare i controlli alle proprie frontiere e la conseguente rottura del trattato di Schengen, la commissione Ue aveva convocato per oggi a Bruxelles una riunione d'urgenza con i ministri dei due paesi scandinavi e della Germania. Al termine dell'incontro tra i ministri all'Immigrazione svedese e danese Morgan Johansson e Inger Stojberg e il segretario di Stato agli Interni tedesco Ole Schroeder, il commissario Ue Dimitris Avramopoulos ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta: abbiamo tutti "concordato che Schengen deve essere salvaguardata" e che "le misure messe in atto saranno mantenute per lo stretto necessario", e cioè, "fino a quando ci sarà una riduzione dei flussi".

LE RICHIESTE DEI TRE PAESI:

SVEZIA - La Svezia chiede l'applicazione del "principio di Dublino", e "delle misure per rallentare il flusso su quella che diventata un'autostrada" per i flussi via Balcani e "rafforzare le frontiere esterne". Così, il ministro svedese all'Immigrazione Morgan Johansson. "Siamo il Paese che per anni ha preso il numero più alto di profughi pro capite - dice -. Ne sono arrivati 115mila solo negli ultimi 4 mesi, e 26mila minori non accompagnati. Non possiamo tornare a questo. Occorre lavorare assieme per salvaguardare le regole". 

DANIMARCA - "Abbiamo ripristinato i controlli ai confini - ha affermato il ministro danese all'Immigrazione Inger Stojberg - ma non abbiamo introdotto l'obbligo di controllo dell'identità dei passeggeri per le compagnie di trasporti. Ma monitoriamo la situazione ora per ora. Se necessario metteremo in atto la misura e con breve preavviso".

GERMANIA - "Il controllo delle frontiere esterne non funziona - sostiene il segretario di Stato agli Affari interni del governo tedesco Ole Schroeder, che richiama la necessità di applicare le misure Ue -, in particolare tra Grecia e Turchia. Le registrazioni non vengono fatte. Eurodac non viene applicato. I ricollocamenti non vanno avanti". "Fino a quando le regole sull'asilo Ue non saranno rispettate e non verranno messe in pratica - ha affermato Ole Schroeder al termine della riunione a Bruxelles - le soluzioni europee per far fronte alla pressione migratoria, gli Stati membri daranno risposte singole". Dalla Germania arrivano anche i dati del 2015: oltre 1 milione le richieste di asilo, per la precisione 1.091.894. Di questi 428.468 sono siriani, 154.046 afghani e 121.662 iracheni. La Germania è stato il paese europeo che ha accolto più migranti e rifugiati. Dopo siriani, afghani e iracheni i gruppi più numerosi sono rappresentati da albanesi (69.426) e kosovari (33.049).

E solo ieri nel mare Egeo si è verificata una nuova tragedia: due naufragi hanno causato la morte di almeno 36 persone nelle acque tra Turchia e Grecia. Da parte dell'Italia è arrivata la rassicurazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano sul fatto che l'Italia non intende sospendere il trattato di Schengen, ma ha rafforzato i presidi di forze dell'ordine sul confine a rischio con la Slovenia. 

Sull'argomento è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei. "Non c'è muro che possa fermare questa marcia" dei popoli "dal sud verso il nord del mondo - ha detto Bagnasco - o della moltitudine di poveri, di coloro che vivono drammi di guerra e di violenza, di persecuzione per la fede, verso paesi che si spera possano offrire un domani migliore e una libertà più vera". "Noi occidentali siamo ipersensibili alla nostra libertà, alla nostra autonomia ed alla nostra indipendenza così catturati dal nostro io individuale che abbiamo il timore di ogni ingerenza altrui, di qualunque ingerenza, di ogni intromissione di ogni parola che ci indichi la via da percorrere". "Ogni parola indicativa, non certo impositiva crea d'istinto nell'uomo moderno occidentale una chiusura, un rifiuto, una allergia", ha sottolineato e questo, "è un meccanismo diffuso anche tra noi credenti".