Mercoledì 24 Aprile 2024

Roger Moore, la curiosa storia di come è diventato James Bond

Dai telefilm ai primi lavori sul grande schermo, fino al produttore Broccoli che lo volle nel ruolo dell'agente segreto. Ma nulla andò come si possa pensare

Roger Moore con Cubby Broccoli e Barbara Bach in posa da 007 - foto Olycom

Roger Moore con Cubby Broccoli e Barbara Bach in posa da 007 - foto Olycom

Roger Moore, attore britannico che è scomparso all'età di 89 anni, ha collezionato numerosi successi nell'arco di una carriera cinematografica e televisiva durata quasi sessant'anni. Tuttavia il suo nome rimarrà per sempre legato a quello di James Bond, che ha interpretato con successo in sette pellicole, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, raccogliendo la pesante eredità di Sean Connery. L'ultima volta, nel film '007 - Bersaglio mobile', uscito nel 1985, Moore aveva 58 anni, un record di longevità che lo rende l'attore ad avere vestito più volte i panni dell'iconico agente segreto. E che non sarebbe stato possibile grazie alla tv. TUTTO EBBE INIZIO IN TV Dopo avere esordito come modello ed essersi ritagliato alcune piccole parti al cinema, che ne hanno messo in risalto soprattutto la prestanza fisica, Roger Moore si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alla televisione. Ad aprirgli la strada della notorietà sono state tre serie tv: la britannica 'Ivanhoe' (1958), trasmessa anche in Italia nell'ambito della tv dei ragazzi; l'avventurosa 'The Alaskans', andata in onda negli USA dal 1959 al 1960; e il western statunitense 'Maverick', che lo ha visto protagonista di 16 episodi tra il 1959 e il 1961. Di fatto un trampolino per la consacrazione definitiva, avvenuta attraverso la serie 'Il Santo', dove interpreta il ladro gentiluomo Simon Templar, dal 1962 al 1969. UN PROVINO NON UFFICIALE Templar era tagliente, raffinato ed elegante, insomma un personaggio con caratteristiche non distanti da quelle dell'agente segreto britannico. Moore si trovò perfettamente a suo agio nella parte ed oltre ad accendere i cuori dei telespettatori attirò anche le attenzioni di Hollywood, che ne intuisce le potenzialità. Senza che Moore ne fosse consapevole, le gesta di Simon Templar si trasformano nell'audizione "non ufficiale" di James Bond. Un provino che raccolse consensi tra i pezzi grossi dell'industria del cinema. L'INIZIALE RIFIUTO E i pezzi grossi, infatti, non tardarono ad arrivare. In particolare, l'uomo che cambiò la carriera di Moore: Albert 'Cubby' Broccoli, ossia il produttore di quel Bond che, con il carismatico apporto di Sean Connery, era diventato un miniera d'oro per il grande schermo. Broccoli si avvicinò a Moore per due volte, ricevendo, forse inaspettatamente, altrettanti "no". L'attore, forte del successo televisivo, aveva un'agenda fitta di impegni proprio a causa de 'Il Santo'. L'occasione sarà persa per sempre? JAMES BOND: SÌ, GRAZIE Nel 1971, dopo la parentesi non entusiasmante del Bond targato George Lazenby, Connery tornò per la sesta e ultima volta nei panni della spia, con 'Agente 007 - Una cascata di diamanti'. L'addio definitivo, riaprì così le porte a Roger Moore, che nel frattempo era alle prese con un'altra serie tv, 'Attenti a quei due'. Questa volta, Moore non ci pensò due volte, tanto da lasciare 'Attenti a quei due' prima che venisse confezionato un episodio conclusivo – ma tra le concause dell'interruzione della serie ci fu anche lo scarso successo negli USA. Nel 1973 uscì così 'Agente 007 - Vivi e lascia morire', ottavo film ufficiale della saga di James Bond, il primo di una lunga serie per Roger Moore: lo 007 più longevo della storia del cinema.