Mercoledì 24 Aprile 2024

Costanzo difende Brizzi: "Certe donne cercano popolarità"

Il guru della tv controcorrente: "Zero denunce, non è un mostro"

Belen al Maurizio Costanzo Show (LaPresse)

Belen al Maurizio Costanzo Show (LaPresse)

«Certo che c’è. Ma tanto so già che le hanno avute, ma a nessuna fa piacere parlarne. Molestie e avances ci sono sempre state. I divani dei produttori italiani si sono consumati per quante ne hanno viste. Mi raccontano che ce ne fosse uno piuttosto famoso. Mi rendo conto che una al momento del fatto si chieda ‘come faccio a denunciare una molestia se poi non lavoro più?’. Tuttavia questi casi che spuntano così all’improvviso, e dopo diversi anni, mi fanno venire il sospetto che qualcuna in cattiva fede l’abbia detto per mettersi in mostra». 

Ma come si fa a provare una molestia vecchia di anni?

«Su Brizzi non solo non c’è una prova, ma non esiste neanche una denuncia. Quindi non si può massacrare un artista bravo in questa maniera. Lo stanno descrivendo come un mostro. Tutto per colpa di alcune trasmissioni tv che hanno dato largo spazio alle accuse. Non si può condannare alla gogna un bravo regista senza una prova e fidandosi solo di chi accusa». 

E in tv ci sono casi simili?

«Penso di sì. Ma non si è mai saputo nulla, anche se quando frequentavo i corridoi della Rai ne sentivo di cotte e di crude. Alle giovani attrici va detto che ai provini ci devono andare non da sole ma accompagnate dagli agenti. Ha ragione Nancy Brilli: il provino non si fa a casa del produttore». 

Qualche settimana fa nell’Intervista ha ospitato Silvio Berlusconi, come l’ha trovato?

«In formissima, non credevo ai miei occhi. Ringiovanito. Lucidissimo. Pimpante. Erano quattro anni che non lo vedevo e onestamente mi ha fatto un’impressione. Sarà Merano, o non so che altro, ma è uno forte per avere 81 anni».   

Può ripetere la stagione del 1994?

«Dall’aria che sento in giro direi proprio di sì. Anche se nel ‘94 non c’erano i grillini che oggi possono fare la differenza da una parte o dall’altra».

Ora dovrà invitare pure Salvini e Di Maio…

«Ma io non faccio un programma politico. Comunque li inviterei volentieri. Sono due realtà. Renzi è già venuto al Costanzo show quindi è a posto. Intanto domani ho ospite Elisa Isoardi e le farò domande su Salvini».   

In tv i faccia a faccia tra i politici funzionano o è meglio l’uno contro tutti recentemente rilanciato da Floris con ospite Renzi dopo che era saltato il confronto con Di Maio?

«All’uno contro tutti i politici non vengono, non accettano l’invito perché hanno paura delle domande spontanee e fuori dagli schemi».

Quest’anno per colpa di Fazio che si è preso il lunedì deve confrontarsi con Vespa al giovedì in seconda serata.

«Sono belle sfide. Due settimane fa ho vinto, l’ultima no dopo un testa a testa. Comunque se la Rai ha deciso di dare il lunedì a Fazio… Amen. Chi va per mare imbarca acqua». 

Lo stesso Fazio che al lunedì la costringe ad andare in onda all’ora di Marzullo.

«Vado in onda più tardi, ma per fortuna faccio sempre ascolti. Mi pare eccessivo che quando si parli di Fazio sui giornali tutto si riporta alla questione del contratto e dei soldi. Ogni mezzo punto di share diventa un accanimento». 

Il deputato Pd Anzaldi dice che Fazio ha copiato il format del suo acquario…

«Non credo l’abbia copiato. Può essere una coincidenza. Fazio ha detto che l’ha fatto in omaggio a me».  

Mentre il presidente della Vigilanza Fico dice che Vespa, avendo un contratto da artista, non può intervistare i politici a Porta a Porta.  

«Mi pare eccessivo. E che diavolo! Prima era la terza Camera, ora non va bene. Ma fate il vostro lavoro e lasciatelo in pace! Penso che la commissione di Vigilanza debba preoccuparsi di come va la Rai in genere e non dei particolari di un contratto. Deve contestare scelte sbagliate come quelle di mettere al sabato sera su Rai1 programmi che fanno il 10% di share». 

A proposito di flop: come mai la Domenica In delle Parodi non funziona?    

«Nel programma c’è un deficit autorale che incide su tutto. Da sole Cristina e Benedetta hanno dimostrato di funzionare in tv, insieme ancora no e non è detto che ci riescano. Quando si fa un programma ci deve essere un motivo logico, un perché. E a Domenica In non c’è».

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