Venerdì 26 Aprile 2024

'Domani', il documentario sull'ambiente al cinema dal 6 ottobre

Arriva in Italia il fenomeno francese vincitore del Cesar. Una mappa di soluzioni possibili a problemi globali

Roma, 30 settembre 2016 - Nonostante l’inquinamento, il riscaldamento globale, le difficoltà a nutrire la popolazione del pianeta, la crisi economica, il mondo può ancora salvarsi, se ci attiviamo in prima persona. Ce lo mostrano le soluzioni pratiche, dall’energia all’alimentazione, dalla scuola all’economia, adottate dalle città, i paesi e le piccole comunità che racconta “Domani”, il documentario premio César, diventato un caso. Al cinema dal 6 ottobre con Lucky Red, il film non fiction firmato da Cyril Dion e l’attrice Melanie Laurent ha già avuto ben due milioni di spettatori (oltre un milione in Francia, più quelli negli altri Paesi dov’è uscito e delle proiezioni scolastiche). Evitando la retorica e affidandosi a tante testimonianze sul campo, “Domani”, che ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente e il sostegno di Greenpeace, Slow Food Italia, Campagna amica, Lifegate, Giunti e Legambiente, traccia una mappa di risposte possibili a problemi globali, nate spesso dalla volontà di singoli, e da qualche amministratore “illuminato”.

Un viaggio tra fattorie e orti urbani, come a Detroit; permacultura al posto di coltivazioni industriali; piani, come quello a Copenhagen, per il passaggio totale alle energie alternative entro il 2050 (sono già a buon punto); monete complementari per sostenere le economie locali; assemblee popolari che, ad esempio, in un villaggio indiano, hanno permesso di portare la frequenza scolastica al 100% e ottenuto la convivenza pacifica fra caste; scuole, come quella in una periferia di Reykjavik, che vogliono insegnare ai bambini ad essere tolleranti, indipendenti, e soprattutto ad amarsi. "Il film lancia un messaggio che condividiamo, recuperare il legame delle comunità – ha spiegato Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, alla fine di un’anteprima a Roma con gli studenti liceali – non sarà la tecnologia a salvarci, ma le persone quando decidono di reagire".

Un impegno che serve soprattutto in Italia, "dove la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili, invece di aumentare, sta diminuendo – continua Giannì –. Colpa anche della burocrazia. A Lampedusa, ad esempio, c’era il progetto di un tetto solare sul comune. Ci sono voluti anni per l’autorizzazione, e una volta arrivata, erano spariti i soldi. Grazie però a un’iniziativa popolare, abbiamo raccolto i fondi necessari". Per Francesca Rocchi, vicepresidente di Slow Food Italia "esistono dei modelli positivi e facilmente replicabili ma serve rendere le comunità partecipi e attive. Chi sente la voglia di mettersi in moto può rivolgersi anche ad associazioni come le nostre, che sono da anni sul campo". 

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