Mercoledì 24 Aprile 2024

L'abc della mammella

Prevenzione, mammografia, genetica e risonanza magnetica

L'anatomia della mammella, la localizzazione di un nodulo (celeste) e il linfonodo sentinella

L'anatomia della mammella, la localizzazione di un nodulo (celeste) e il linfonodo sentinella

Bologna, 23 settembre 2014 - La salute della mammella è un bene prezioso. Quando si sta per sviluppare un tumore al seno, allo stadio iniziale, si assiste alla crescita incontrollata di un nido di cellule che subiscono modificazioni rispetto ai tessuti che originano dalle ghiandole dove avviene la produzione del latte. Si parla di forme allo stadio iniziale quando le cellule maligne sono confinate dentro la ghiandola mammaria. La malattia si può in seguito estendere ai tessuti sottostanti della parete toracica o ai linfonodi ascellari (definito localmente avanzato) e quindi ad altre parti del corpo (definita malattia metastatica).

Prevalenza. Si calcola che una donna su otto nell’arco della vita può essere colpita, il 29 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne. La maggior parte dei casi viene diagnosticata in donne di età superiore ai 50 anni, con familiarità o storia di precedenti disturbi benigni. Altri fattori di rischio: una prima gravidanza in età avanzata, esposizione prolungata agli ormoni (per esempio, ciclo mestruale lungo o prolungato ricorso alla terapia ormonale sostitutiva dopo la menopausa. Sovrappeso e obesità dopo la menopausa, inattività fisica, una dieta ricca di grassi sono altri fattori predisponenti.

Prevenzione. È possibile ridurre il proprio rischio di ammalarsi con un comportamento attento e con pochi esami di controllo come ecografia, mammografia ed esame clinico. È bene fare esercizio fisico e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali (frutta e verdura, in particolare broccoli e cavoli, cipolle, tè verde e pomodori). Allo stadio iniziale la mammella spesso si presenta senza sintomi. Per questo, un terzo delle donne scopre un nodulo al seno in stadio già avanzato. I segni di questa malattia comprendono: un nodulo duro che si sviluppa nel seno o sotto l’ascella, normalmente indolore e che si presenta da un lato solo. Un cambiamento nella dimensione o nella forma della mammella. Cambiamenti della pelle, come fossette, increspature o arrossamenti. Cambiamenti nel capezzolo, come retrazione, secrezioni insolite o eritemi cutanei attorno all’areola.

I tumori al seno possono essere classificati sulla base di tre specifici parametri: il recettore degli estrogeni (ER), il recettore del progesterone (PR) e il recettore del fattore crescita dell’epidermide (Human Epidermal Growth Factor Receptor - HER2/neu receptor). Il tumore al seno HER2-positivo è caratterizzato da cellule che producono in eccesso la proteina nota come HER2/neu. I tumori che non sovraproducono HER2/neu sono descritti come HER2-negativi. La denominazione di tumore al seno tre volte (triplo) negativo è utilizzata per le cellule tumorali alle quali mancano i recettori degli estrogeni e del progesterone e che non sovraproducono la proteina HER2. Questo tipo di tumore si riscontra in circa il 15% dei casi e tende a non rispondere alle terapie standard. L’HER2 è una proteina prodotta da uno specifico gene che ha alcune caratteristiche potenzialmente cancerogene. Serve come recettore per alcuni fattori di crescita che circolano nel flusso sanguigno e che influenzano lo sviluppo e la differenziazione. Quando il gene che fornisce il codice per la proteina HER2 è amplificato, dà il via a una sovrapproduzione (iperespressione) contraddistinta da eccessive quantità di HER2, queste possono portare a una proliferazione cellulare incontrollata o maligna, e allo sviluppo di un tumore. Circa il 20-25% di tutti i tumori al seno esprime troppo o amplifica il gene e sono collegati a un tempo di ricaduta più veloce in tutti gli stadi della malattia.

Le opzioni di cura attualmente disponibili per la mammella includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, le terapie ormonali e biologiche. La scelta dipende dalle condizioni cliniche della paziente e dallo stadio in cui il tumore viene diagnosticato. Queste opzioni terapeutiche si possono usare da sole o in combinazione, in base allo stadio di avanzamento della malattia.

La chirurgia (quadrantectomia o mastectomia) è l’opzione principale per le pazienti il cui tumore non si è ancora diffuso ad altre parti del corpo e si può attuare in combinazione con la radioterapia o la chemioterapia. La chirurgia può essere inoltre un’opzione per le pazienti con cancro diffuso in altre parti del corpo. Radioterapia: la terapia con radiazioni o radioterapia, è spesso usata in combinazione con la chirurgia e la chemioterapia, per ridurre la possibilità che il tumore recidivi. Questo tipo di terapia (ad esempio dopo l’intervento chirurgico) è spesso definita terapia complementare.

La chemioterapia può essere somministrata prima dell'intervento con l’obiettivo di ridurre le dimensioni del tumore, in modo da non rendere l’intervento chirurgico molto esteso (viene chiamata terapia neoadiuvante). Può essere somministrata anche dopo l’intervento chirurgico per ridurre la probabilità che il tumore recidivi (terapia adiuvante). Quando il cancro si è diffuso in altre parti del corpo, la chemioterapia può essere utilizzata per ridurre i sintomi, migliorare la qualità di vita e prolungare il più possibile la sopravvivenza nei casi di una malattia metastatica. I farmaci chemioterapici possono essere somministrati per via endovenosa (direttamente nel sangue) o per via orale.

Terapia ormonale: i trattamenti che bloccano l’azione degli ormoni estrogeni e progestinici o inibiscono la loro produzione da parte dell’organismo (come gli estrogeni e il progesterone) sono utilizzati nella cura delle pazienti con tumore della mammella che esprimono i recettori per questi ormoni. . Possono essere impiegati sia nella fase adiuvante per prevenire le recidive di malattia sia nella fase avanzata Terapia biologica: le terapie biologiche (definite anche terapie mirate) sono rivolte contro “bersagli specifici” che controllano la crescita e la diffusione del cancro, modulando specifici processi molecolari e cellulari che partecipano allo sviluppo e alla progressione della malattia.

La terapia biologica può includere gli anticorpi monoclonali, i vaccini e le terapie genetiche. Poiché le terapie biologiche sono mirate ai processi specifici del cancro, si differenziano, notevolmente, da altri tipi di terapie (come la chemioterapia o la radioterapia). A oggi esistono diverse terapie biologiche per la cura del tumore della mammella. Vengono somministrate come monoterapia o in combinazione con altri trattamenti nelle varie fasi della malattia (in base alle loro indicazioni approvate).

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