Giovedì 25 Aprile 2024

Ferragamo tra kimono e ciliegi. Così l'Italia conquista il Giappone

Sfilata nel tempio di Kyoto per i 50 anni del gemellaggio con Firenze

Due Gheishe alla sfilata di Ferragamo

Due Gheishe alla sfilata di Ferragamo

dall’inviato Eva Desiderio

Kyoto, 17 aprile 2015 - CONTEMPLARE la bellezza. Riflettere sulla delicatezza della donna, sulla gioia dei segreti della natura, sulla semplicità, sulla grazia. Con mille e mille petali di fiori di ciliegio che, come in una fiaba, avvolgono in un gioco di luci la maestosità del tempio Seiryu-den, una meraviglia di legno eretto sulla sommità del monte Hygashiyama a Kyoto, mai concessa finora ad un evento di moda e ora diventato il teatro delle meraviglie del mega-défilé di Salvatore Ferragamo che con una serie di eventi ha voluto onorare i 50 anni del gemellaggio Firenze-Kyoto e la storia coeva delle relazioni e del successo del brand in Giappone. Volano nel vento i petali e si alzano nell’aria della sera gli applausi per Massimiliano Giornetti, direttore creativo della maison, che ha voluto omaggiare le antiche tradizioni dell’antica capitale dell’Impero presentandosi in passerella vestito con un kimono di seta, come un dignitario di corte. «Con questa collezione per Kyoto che riassume i due défilé uomo e donna presentati a Milano insieme a un’anteprima della collezione pre-spring 2016 ho voluto ricreare un’idea di fiaba, di un tempo molto rallentato rispetto alla vita fast che viviamo e all’idea di una moda che si consuma troppo velocemente» dice Massimiliano Giornetti, che ha creato dei piccoli abiti e delle camicie con le stampe dei fiori di ciliegio. Una fascinazione che aveva conquistato Salvatore Ferragamo già nel suo primo viaggio in Giappone nel 1958 e ancora prima, nel 1951, con la creazione del sandalo Kimo, una rete di pelle d’oro che svela una calza alla caviglia intercambiabile sull’esempio del tabi che indossano le donne giapponesi sotto al kimono. E proprio il Kimo resta in mostra fino al 22 aprile nell’esposizione nel Ninomaru Goten Daidokoro, le antiche cucine del castello seicentesco di Nijo-jo insieme agli originali delle Ferragamo Creation’s come il prezioso sandalo Maharani del 1938, la Damigella del 1957, la scarpa Butterfly del 1938 prestati dal Museo Ferragamo e i gioielli della speciale capsule ideata per questo evento.

«MIO PADRE è stato un precursore anche in questo mercato, noi siamo arrivati nel 1972 con la prima boutique e oggi abbiamo 82 punti vendita che ci hanno permesso di realizzare qui 111 milioni 495 mila euro di fatturato pari al’8,4% del fatturato globale» racconta il presidente Ferruccio Ferragamo, qui a Kyoto con la sorella Giovanna e l’amministratore delegato Michele Norsa. «E’ un mercato interessante che apprezza il valore del nostro prodotto mai troppo estremo e ama il Made in Italy autentico», continua Ferruccio Ferragamo. E Giovanna Ferragamo ricorda le prime delegazioni giapponesi in visita a Firenze negli anni della moda a Palazzo Strozzi, i primi entusiasmanti ordini di abbigliamento e la conquista dei clienti coi segreti dello sviluppo di taglie «per piedi piccolissimi che ora però con le giovani generazioni sono cambiati». «Il Giappone è in ripresa, ci sono condizioni favorevoli» spiega l’ad Michele Norsa. La gran festa Ferragamo è stata anche l’occasione per celebrare il cinquantesimo del gemellaggio tra Firenze e Kyoto “voluto da Giorgio La Pira” come ha ricordato il sindaco Dario Nardella in Giappone insieme a Nicoletta Mantovani assessore comunale ai rapporti internazionali. Al castello Nijo-jo firma del rinnovo del gemellaggio col sindaco di Kyoto Daisaku Kadokawa che verrà a Firenze a giugno e poi andrà all’Expo di Milano.