Venerdì 26 Aprile 2024

Granitiche certezze

CI SI RIFUGIA nel complottismo per narcisismo (il piacere complice di custodire e al tempo stesso rivelare un segreto), per paura del vuoto (il rifiuto di accettare l’insensatezza della vita), per individuare un nemico (dandosi di conseguenza un’identità chiara) e perché alle volte non si sbaglia. Sempre, comunque, il complottista è un complottardo mancato. Il fenomeno è antico quanto l’uomo, ma in epoca recente si è molto diffuso. Colpa della globalizzazione e del Web. La vacuità dei confini statuali, l’indebolimento dei poteri nazionali e l’affermazione di superpoteri globali come la finanza e le multinazionali hanno reso opaco e lontano il nocciolo di ogni forza, autorizzando di conseguenza i sospetti di regie occulte. Hanno anche incentivato la ‘disintermediazione’, cioè la perdita di ruolo e di credibilità di tutti quei soggetti e organismi che tradizionalmente congiungevano il popolo al potere o alle informazioni: i parlamenti, i sindacati, i giornali, gli ‘esperti’... Un fenomeno alimentato dal Web, luogo dove si scova tutto e il contrario di tutto, sì che ciascuno può facilmente trovare conferma dei propri più assillanti sospetti e condividerli con chi la pensa come lui senza alcun contraddittorio. Senza la seccatura di doversi confrontare con idee opposte alle proprie. Naturalmente i complotti esistono, ma come osservava Norberto Bobbio, quasi mai raggiungono i fini sperati. Mentre è evidente che il diffondersi delle teorie cospiratorie di cui dà conto l’interessante ricerca curata dal professor Vassallo fa da pendant al dilagare delle patologie psichiatriche che caratterizzano l’epoca odierna: l’esibizionismo, la depressione, le manie ossessive. Malati, ma con granitiche certezze.