Giovedì 25 Aprile 2024

Sesso, ansia da prestazione per 4 milioni di italiani

Notti insonni, prostata e calo del desiderio mandano in crisi il rapporto. L'urologo spiega come risolvere il problema della disfunzione erettile

Immagine dal sito www.pianetauomo.eu

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Firenze, 27 settembre 2014 - L’ansia da prestazione, si chiama così, si verifica davanti a un compito impegnativo da eseguire (al lavoro, nello sport o a letto) e mette in soggezione per una somma di aspettative che trasformano un gesto naturale in una missione impossibile. Inibizioni e senso di impotenza complicano i rapporti. L’ansia da prestazione sessuale è forse il più imbarazzante tra gli inconvenienti, mette in difficoltà l’uomo e la donna. Lui teme di deludere, di non essere in grado di tradurre il desiderio erotico in performance. Lei si sente tesa, inadeguata, prova un complesso di colpa. E quello che dovrebbe essere un viaggio verso il piacere condiviso va a farsi benedire. C'è poi una denominazione tecnica, calo di erezione, disfunzione erettile, ed è l'incapacità, per il maschio sessualmente attivo, di avere un rapporto completo, una condizione inaccettabile per chi la sperimenta.

Le notti di chi soffre di disfunzione erettile sono spesso insonni: i pazienti si svegliano un paio di volte per notte, quattro giorni su sette, sei volte su dieci per andare in bagno a far pipì, ma spesso semplicemente per il disagio. Risultato, la qualità di vita cola a picco e la vita affettiva spesso naufraga: si chiama malasessualità ed è il campanello d’allarme di uno scadente stile di vita. Lo dimostrano i dati di un'indagine dell’Osservatorio Pianeta Uomo presentati al congresso della Società Italiana di Urologia, a Firenze. Purtroppo, tuttora solo un uomo su quattro pensa che la disfunzione erettile sia una vera e propria malattia e uno su tre la ritiene una conseguenza normale dell'età che avanza, così i pazienti la vivono spesso con rassegnazione, imbarazzo e preoccupazione, arrendendosi di fronte alle conseguenze negative sulla vita personale e di coppia. In caso di ipertrofia prostatica invece, pur pensando che il problema sia un'inevitabile conseguenza dell'età, quattro uomini su dieci la considerano un vero disturbo da curare: più preoccupati che altro, ritengono che la prostata ingrossata incida sulla loro qualità di vita più di malattie come il diabete, l'ipertensione o la gastrite. Ma, al contrario di chi a letto va in bianco, gli effetti si fanno sentire sulla vita lavorativa più ancora che sulla relazione a due.

Il sondaggio, condotto su mille uomini over 40 per capire le loro conoscenze, esperienze e preoccupazioni in materia di disfunzione erettile e ipertrofia prostatica benigna, mostra innanzitutto che si tratta di due problemi purtroppo frequenti: un uomo su dieci soffre di disfunzione erettile, in un caso su due accompagnata da una prostata ingrossata, mentre l'ipertrofia della ghiandola riguarda il 16 % della popolazione. Solo un uomo su quattro però sa che la disfunzione erettile è una vera malattia – osserva Vincenzo Mirone, segretario generale della SIU - Paradossalmente, la percentuale di consapevoli scende ulteriormente fra chi ne soffre: meno di un paziente su cinque pensa che il suo disturbo richieda terapie, il 30% crede sia semplicemente una conseguenza dell'età. Qualcosa di analogo accade fra chi ha la prostata ingrossata, ritenuta però una patologia da un numero maggiore di uomini (41%). Tutto questo indica che si tratta di due problemi sottovalutati da chi ne è colpito e ciò può portare a non ricorrere a trattamenti che potrebbero migliorare molto la qualità di vita.

Per la maggioranza dei pazienti dormire diventa problematico perché si svegliano almeno un paio di volte per notte, quattro giorni su sette; lo stress inoltre si fa sentire e se negli uomini sani la colpa è soprattutto del lavoro (59%), quanto irrompe la disfunzione erettile o l'ipertrofia prostatica sono i problemi di salute a mettere sotto pressione, nel primo caso associati anche a difficoltà di coppia e familiari. I pazienti con la prostata ingrossata indicano l'ipertrofia come una patologia dal forte impatto sulla qualità di vita, specificando che la considerano più grave di diabete, ipertensione o gastrite: oltre il 60% è preoccupato per la propria malattia, uno su tre vive difficoltà sul lavoro per colpa della malattia, uno su cinque esce perfino di meno con gli altri a causa dell'ipertrofia – fa notare Mirone –. Invece gli uomini con disfunzione erettile, pur ammettendo di essere pochissimo soddisfatti della propria qualità di vita e della relazione con la partner, sono di fatto più rassegnati (23%) e in imbarazzo (25%), uno su tre è preoccupato o depresso, solo quattro su dieci trovano davvero il coraggio di parlarne: uno su tre è a disagio ad affrontare il discorso con la partner, contro uno su cinque quando il problema è l'ipertrofia prostatica.

Prostata ingrossata e sessualità vanno di pari passo, e sono tuttora affrontate in maniera inadeguata dagli uomini, seppure per motivi e in modi diversi: l'ipertrofia è considerata una malattia, ma preoccupa moltissimo. La disfunzione erettile, invece, si tende a sottacere. Prevale la rassegnazione, perciò è molto importante aumentare l'informazione. Circa il 10% di pazienti che non sa che oggi esistono terapie semplici e molto efficaci: è perciò indispensabile che questi argomenti vengano discussi in modo da fugare paure e dubbi, così da restituire il benessere, sessuale e non solo, ai tanti pazienti che vivono male per colpa di una prostata ingrossata o una disfunzione erettile. L'importante è che il medico diventi il tutor del paziente: è stato infatti dimostrato che gli uomini, se vengono seguiti e sostenuti dal proprio medico, sono soddisfatti delle cure, non le abbandonano e trovano finalmente una soluzione per i loro problemi tornando a una buona qualità di vita.

Alessandro Malpelo

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