Venerdì 26 Aprile 2024

Fine vita, Papa Francesco: "Lecito sospendere cure se non proporzionali"

Messaggio al convegno sul tema promosso dalla Pontificia Accademia: "Oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona". Cappato: "Bene l'apertura, legge biotestamento sia primo passo". M5S: "Parlamento faccia il suo dovere"

Papa Francesco (foto Ansa)

Papa Francesco (foto Ansa)

Roma, 16 novembre 2017 - Netta presa di posizione di Papa Francesco sul fine vita. Il Pontefice ricorda come sia "moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure". Francesco ha illustrato la sua idea nel messaggio al convegno sul 'fine vita' promosso dalla Pontificia Accademia invocando "un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona".

L'ANALISI Lo sguardo del Papa sul malato - di GIOVANNI PANETTIERE

"Significato etico completamente diverso dall'eutanasia"

Nella lettera a monsignor Vincenzo Paglia e ai partecipanti al Meeting Regionale Europeo della World Medical Association, e citando la Dichiarazione sull'eutanasia del 5 maggio 1980, il Papa ne parla con la consapevolezza dei successi raggiunti dalla medicina in campo terapeutico e di quanto "gli interventi sul corpo umano diventino sempre più efficaci, ma non sempre risolutivi". Nessuna apertura comunque all'eutanasia. Una scelta, quella di sospendere le cure - procede il Pontefice, secondo quanto riporta Radio Vaticana - che assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di "non poterla più contrastare", "senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere". Un'azione, dunque, "che ha un significato etico completamente diverso dall'eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte".

"Uno spazio adeguato alla dignità dell'essere umano"

Per un attento discernimento, spiega infatti Francesco, tre sono gli aspetti da considerare: "L'oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. La dimensione personale e relazionale della vita - e del morire stesso, che è pur sempre un momento estremo del vivere - deve avere, nella cura e nell'accompagnamento del malato, uno spazio adeguato alla dignità dell'essere umano. In questo percorso - sottolinea il Pontefice - la persona malata riveste il ruolo principale. Lo dice con chiarezza il Catechismo della Chiesa Cattolica: 'Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità'. È anzitutto lui che ha titolo, ovviamente in dialogo con i medici, di valutare i trattamenti che gli vengono proposti e giudicare sulla loro effettiva proporzionalità nella situazione concreta, rendendone doverosa la rinuncia qualora tale proporzionalità fosse riconosciuta mancante".

L'ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI - La prima reazione alle parole di Francesco arriva da Marco Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia legale: "Dal Papa viene un importante segnale di apertura al tema della sospensione delle cure, anche quando tale sospensione conduca alla morte. Nel nostro Paese manca una legge che garantisca - come farebbe, se approvata, quella in discussione al Senato - il diritto di ciascuno a vedere rispettate le proprie volontà sul Biotestamento e sull'interruzione delle cure. Manca dunque una legge persino sulla questione di minimo rispetto dei diritti del malato (garantiti anche dalla Costituzione, ma sistematicamente violati!) che ora è stata posta anche dal Pontefice". E prosegue: "Come Associazione Luca Coscioni, oltre a sostenere la necessità di rispettare la decisione di interrompere le terapie - prosegue -, riteniamo che non vi sia differenza morale tra consentire a un malato terminale di morire sospendendo terapie vitali oppure attraverso un intervento attivo che permetta di accorciare la propria agonia. L'unica persona che può decidere quale sia il momento in cui le cure vanno abbandonate è il malato stesso - ovviamente sentito il medico e beneficiando del massimo di assistenza possibile - ed ha diritto a farlo nelle forme che garantiscano di ridurre al minimo la sofferenza. Ecco perché è necessario legalizzare sia il testamento biologico, che l'interruzione delle terapie che l'eutanasia in senso stretto. L'approvazione della legge sul biotestamento ferma al Senato sarebbe comunque un primo indispensabile passo avanti dopo 32 anni di inerzia parlamentare".

LA POLITICA / LORENZIN - Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha rilevato che il Pontefice "ha fatto un ragionamento di altissima levatura, che coinvolge credenti e non credenti, ribadendo che l'accanimento terapeutico è un fatto crudele e inutile". In merito alla legge sul biotestamento ha sottolineato: "Penso che vada migliorata ancora al Senato". Il ministro ha ricordato che il provvedimento "è ora nel calendario del Senato". La legge, ha detto Lorenzin a margine della presentazione al ministero della Salute della campagna 'Salute, sport e movimento fisico' "è una legge di iniziativa parlamentare; da questo punto di vista, ho sempre lasciato alle dinamiche parlamentari. Noi - ha rilevato - abbiamo contribuito con una serie di emendamenti per rendere migliore il provvedimento negli aspetti in cui andava migliorato".

LA RELATRICE (DIMISSIONARIA) DELLA LEGGE - "Credo che il Parlamento nella sua autonomia debba considerare il monito del Papa. La legge sul fine vita è una legge equilibrata e tanto attesa. Non possiamo attardarci per seguire logiche politiche di parte. In gioco c'è la dignità del vivere e del morire". È questo il commento di Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Sanità del Senato e relatrice dimissionaria della legge sul Fine Vita, alle parole di Papa Francesco.

I 5 STELLE - Il Movimento 5 Stelle chiede un'accelerazione: "Le odierne affermazioni del Santo Padre sul fine vita sono di una chiarezza e condivisibilità tali da non prevedere alcuna possibile interpretazione", dicono i deputati e i senatori."Come abbiamo sempre detto, il rispetto del corpo umano e della persona, soprattutto di chi è più debole e indifeso, e l'accanimento terapeutico, sono argomenti rispetto ai quali uno stato civile non dovrebbe solo interrogarsi, ma anche dare risposte con consapevolezza, equilibrio e dignità. Perché è questo lo scopo al quale sono preposte le istituzioni e i suoi rappresentanti non hanno il diritto morale di sottrarvisi. Dunque, rinnoviamo il nostro appello al Parlamento e a quanti lo compongono affinché adempia al suo dovere e, finalmente, dia al nostro Paese una legge sul testamento biologico".