La 14enne morta di aneurisma a Roma
Roma, 22 novembre 2017 - "Fate una tac a mia figlia, vi prego". È una richiesta disperata quella che la mamma di Denisse rivolge ai medici del pronto soccorso del Pertini. Vede la figlia soffrire, ha paura, teme per la sua vita. Non le bastano le continue rassicurazioni dei sanitari: "Signora, si tranquillizzi. Sua figlia è solo stressata, deve riposare". La donna avverte l’arrivo di una tragedia. Una sensazione che si porta dietro da ore, da quando a scuola la figlia ha accusato il malore. Non vorrebbe alzare la voce ma è costretta a farlo: "Perchè non mi ascoltano? Denisse soffre, ho paura. Servono esami più approfonditi". La donna insiste ancora: "Per favore, fatele una Tac". Alle 10.31 finalmente la sua richiesta viene accolta dai sanitari dopo che sulla ragazza era stata praticata una flebo di soluzione fisiologica "per monitorare la situazione".
Un'ora dopo i dubbi e le paure che aveva avvertito come madre nel corso delle ore, purtroppo si concretizzano. L’esito della Tac è "aneurisma cerebrale". Una giornata cominciata con il cuore in gola, per la donna si trasforma in un incubo. "Perché, perché" ripete mentre sua figlia viene intubata. Denisse deve essere operata urgentemente. Un’altra ambulanza, questa volta con rianimatori e anestesista a bordo.
Dopo due giorni di agonia, la figlia non ce la fa. Denisse muore. Chiusa nel suo dolore, la mamma anche a distanza di giorni torna sulle quelle drammatiche ore. Il malore, le corse in ospedale, la tragedia. "Voglio giustizia, voglio sapere perché la mia Denisse non c’è più. Nessuno mi ridarà più mia figlia ma la magistratura dovrà dirmi se sono stati commessi errori". Così si affida all’avvocato Giuseppe Rombolà che presenta una denuncia alla procura della Repubblica di Roma.