Giovedì 25 Aprile 2024

Migranti, al-Sarraj a Gentiloni: "Navi italiane in acque libiche"

La richiesta durante l'incontro a Palazzo Chigi. Il premier: "Noi in prima linea per contrastare il traffico di esseri umani". Corte Ue: "Procedure più snelle per l'asilo in Italia"

Stretta di mano tra il premier libico al-Serraj e quello italiano Gentiloni (Afp)

Stretta di mano tra il premier libico al-Serraj e quello italiano Gentiloni (Afp)

Roma, 26 luglio 2017 - Possibile svolta per l'emergenza migranti. Il primo ministro libico Fayez al-Sarraj ha avanzato ufficialmente la richiesta di navi italiane in acque libiche per contrastare il traffico di esseri umani nel corso dell'incontro di oggi con Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi. Richiesta alla quale il nostro premier ha immediatamente offerto sponda, definendo "necessario" l'impegno italiano in acque libiche. "La richiesta è attualmente all'esame del nostro ministero della Difesa, le scelte saranno valutate dalle autorità libiche e con il Parlamento italiano - ha spiegato il presidente del Consiglio in conferenza stampa -. Ma se valuteremo la possibilità di rispondere positivamente, come credo necessario, può rappresentare un punto di novità molto rilevante per il contrasto al traffico di esseri umani".

L'incontro odierno a palazzo Chigi ha tutta l'aria di essere la risposta italiana all'intesa firmata ieri all'Eliseo dallo stesso Serraj e dal generale Haftar alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron. Intesa che prevede un cessate il fuoco fra le fazioni contendenti ed elezioni politiche nel 2018 e che è stata citata dallo stesso Gentiloni. "Mi auguro - ha detto - che produca risultati importanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi". "L'Italia in prima linea nella stabilizzazione di quel Paese oltre che nel contrasto ai trafficanti", ha poi affermato il premier parlando alla XII Conferenza degli ambasciatori.

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"PROCEDURE PIU' SNELLE PER L'ASILO AI RIFUGIATI - Intanto dalla Corte di giustizia europea è giunto il via libera a procedure più snelle per la concessione dell'asilo ai rifugiati. La Corte ha stabilito che non occorre necessariamente sentire una seconda volta il richiedente se nella prima fase gli è stato offerta la possibilità di essere ascoltato di persona. Il caso riguarda un cittadino del Mali che arrivato in Italia nel 2015 e richiedente asilo.

Nel 2016, la Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale presso la Prefettura di Milano, dopo l'audizione del signor Sacko, aveva respinto la richiesta, negandogli lo status di rifugiato o di beneficiario della protezione sussidiaria. Il migrante aveva quindi impugnato il rifiuto dinanzi al Tribunale di Milano (fase giurisdizionale). Il Tribunale aveva considerato la richiesta di asilo manifestamente infondata nel merito, essendo chiaramente accertato che egli l'ha presentata mosso soltanto dalla propria condizione di estrema povertà. In questo contesto, il Tribunale di Milano aveva chiesto, in via pregiudiziale, alla Corte di Giustizia, se, in base al diritto Ue il Tribunale possa decidere immediatamente (come previsto dal diritto italiano in un caso del genere) oppure se debba comunque procedere a una nuova audizione del richiedente asilo. 

La Corte di giustizia dell'Ue ha stabilito anche che in una crisi migratoria, dunque con afflussi "eccezionali", è lo Stato di primo ingresso ad avere la competenza per l'esame delle richieste d'asilo e non lo Stato in cui la domanda è presentata. 

COLLOQUIO GENTILONI-MERKEL - La questione migranti, il contrasto ai trafficanti e le iniziative europee per la Libia e l'Africa, è stata oggi al centro del colloquio tra il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e la cancelliera Angela Merkel. Merkel ha espresso pieno sostegno all'Italia sul principio di redistribuzione dei richiedenti asilo tra i paesi Ue come segno concreto di solidarietà ai paesi in prima linea. La Cancelliera tedesca ha inoltre assicurato la volontà di moltiplicare l'impegno economico tedesco in Libia per finanziare le attività di Oim e Unhcr e i progetti delle comunità locali impegnate nel contrasto ai trafficanti di esseri umani.