Mercoledì 24 Aprile 2024

Mensa scolastica, il giudice: legittimo portarsi il panino da casa

Torino, concessa la libertà di scelta alle famiglie. Bocciato il ministero

Mensa a scuola (Foto Castellani)

Mensa a scuola (Foto Castellani)

​TORINO, 14 settembre 2016 - QUALCUNO nella Torino post industriale lo chiama ancora il baracchino, come il pasto operaio del tempo che fu. A Milano è la schiscetta . Per i soldati e per sempre è la gavetta. Cibo cucinato a casa e portato al lavoro, fra i banchi, in trincea. Magari anche solo un panino, ma capace di scatenare la guerra. Da ieri è tregua: consumarlo a scuola è un diritto di tutti.

Al Miur l’idea non piaceva, e infatti aveva presentato reclamo contro la decisione di un giudice che autorizzava 58 famiglie a non mandare i figli in mensa, o meglio a mandarceli ma con il baracchino preparato dalla mamma. Secondo i giudici del Tribunale di Torino quel reclamo è infondato e anche anti costituzionale. L’ordinanza cita espressamente l’art. 34 sul diritto allo studio che va inteso come obbligatorio e gratuito per almeno 8 anni: subordinarlo a servizi a pagamento, come appunto la mensa, «viola il dettato costituzionale». Insomma, la guerra del panino approda a questa conlcusione: chi lo desidera può andare a magiare a casa e tornare nel pomeriggio, ma chi sceglie il tempo pieno ha il diritto di partecipare al «tempo mensa e post mensa» anche senza pagare per la medesima.

E DUNQUE, scrivono i giudici, l’unica alternativa ragionevole per costoro è portarsi il cibo da casa e consumarlo con gli altri nello stesso refettorio, anche se «può essere opportuna stabilire regole di coesistenza». Le scuole dovranno fare in fretta a organizzarsi perché l’effetto panino è destinato a propagarsi in tutta Italia, soprattutto nelle città dove infuria il caro-mensa come a Bologna, o in quel paesino dell’entroterra Genovese dove i bambini mangiano il proprio pasto in locali diversi da quelli della mensa. Gli avvocati dello studio legale Vecchione, che ha patrocinato i primi ricorrenti, non hanno dubbi: «La sentenza dice chiaramente che trattandosi di momento formativo, i bambini non possono essere discriminati e isolati dai compagni. L’assistenza deve essere gratuita e fornita dal corpo docente».

LA DECISIONE arriva nel primo giorno di attivazione a Torino del servizio di refezione scolastica e fino alla discussione del ricorso in Cassazione, non ancora depositato dall’Avvocatura di Stato, il diritto è esteso a tutti, come spiegano gli avvocati: «Il tribunale di Torino ha riconosciuto un diritto che non vale solo per chi ha intrapreso l’azione legale. Comune e Ministero dovranno adeguarsi. Diversamente gli toccherà fronteggiare tanti altri ricorsi fotocopia». La lotta per il panino libero, era iniziata nel 2013 ma aveva raggiunto l’apice a giugno, quando la Corte d’Appello di Torino aveva riconosciuto il diritto delle famiglie che avevano presentato il ricorso iniziale di mandare a scuola il figlio con un pasto preparato a casa anziché avvalersi del servizio comunale.

IL MIUR si è sempre opposto a questa possibilità perché sorvegliare i ragazzi che non mangiano in mensa e garantire le condizioni igienico sanitarie del pasto non sarebbe così semplice. A quel punto i genitori, esasperati dall’aumento dei costi e contrari alla mensa massificata, hanno deciso di far valere le proprie ragioni in tribunale. Inizialmente la risposta era stata no, poi la Corte d’Appello aveva ribaltato il giudizio. Ora arriva la scelta che estende a tutti questa possibilità.