Mercoledì 24 Aprile 2024

Da uomo a uomo

LEGGO su “La Stampa” un vivace intervento di Chiara Beria di Argentine sulla civiltà del saluto come reazione al tornado di villania che s’è abbattuto sulla nostra vita pubblica e privata. Svetta su questa timida controffensiva di buone maniere il baciamano del presidente del Coni Malagò alla (per me cafonissima) sindaca di Roma che aveva disertato un appuntamento. Baciamano fotografatissimo, ma non immortalato quanto quello di Berlusconi a Gheddafi o quello inverosimile di Lella Bertinotti a uno sconcertato Paolo Mieli. Chiara Beria di Argentine cita il galateo di Friki (Franca) Arborio Mella (ma non potrebbero questi luminari delle lettere graziarci con delle generalità più frugali?): l’esperienza insegna il profondo nesso fra educazione e libertà.

MA LA LIBERTÀ di essere brutali e villani porta a un regresso di civiltà: solo le buone maniere significano reciproco rispetto. Insomma non si vive di solo vaffa. Mi occupai del tema con una piccola ricerca sull’abbraccio. Una volta ci si abbracciava nei tristi addii sui moli e negli aeroporti. Adesso i conduttori tv abbracciano gli ospiti che avevano abbracciato al bar mezz’ora prima.Un tempo si sbaciucchiavano solo le femmine (sfiorandosi le gote per non sciupare il trucco) e i russi (sulla bocca, come i marinai di Lucio Dalla). Poi le cose, via via, sono cambiate. Sarà stata la parità fra i sessi, le ridicole strette di mano fra i politici che continuano a pompare finché non scatta un flash, fatto sta che anche le amicizie più virili hanno ceduto a più tenere effusioni. Fior di psicologi – super esperti sul bacio erotico, o sentimentale, o fanciullesco – si sono sempre limitati all’atto fra maschio e femmina, lasciandosi sfuggire il vero fatto nuovo. Toglierei dalla rassegna le sfrenate effusioni dei calciatori che si rotolano sull’erba ammucchiandosi in raptus di reciproca idolatria. Molto più sobri i piloti di F.1 che si limitano a darsi una bottarella sul casco appena sgusciati fuori dai loro siluri. Anche i ragazzi sono estranei al rituale dell’abbraccio: anzi lo sbirciano con quell’ombra di ironia beffarda con cui si liquidano le abitudini dei più vecchi. Loro si danno il cinque, se allungano la mano non è per stringerla ma per agganciare i due pollici e chiudono gli sms con la faccina che ride.

TORNO agli abbracci fra adulti. Un amico psicologo è d’accordo nell’attribuirli alla possibile frustrazione del maschio in tempi di super emancipazione femminile e quindi su un maggior bisogno di solidarietà fra uomini. D’altronde va sparendo quel tabù che era il pudore dei propri sentimenti e allora un momento di tenerezza diventa più palese: ti sono molto amico, quindi ti abbraccio. E se si avverte più forte il bisogno di confidenza, è forse a causa del nostro modo di vivere sempre più incalzante, arido, avaro di scambi affettivi. C’è il “ti abbraccio” convenzionale del congedo telefonico. Ci sono gli abbracci tartufeschi degli onorevoli che si detestano. Ma ci sono anche gli abbracci istintivi, sinceri, dove affiora qualcosa di vagamente disperato: la società italiana si avvita in una condizione di tutti contro tutti, per questo gli amici si sentono ancora più amici. Nel rapido tocco di gote è sottinteso: almeno tu non fregarmi.

NOTA. Dall’abbraccio all’insulto. Ricevo: «Noi siamo quelli che vorremmo oltre ai suoi stati d’animo qualche cenno politico. [email protected]». Ero deciso a tenere questa rubrica lontana dai veleni pestilenziali della campagna referendaria. Ma mi concedo uno strappo offrendovi una riflessione molto sintetica. «Cinquestelle, Lega, Minoranza Pd, Forza Italia, Sel, Fratelli d’Italia: Armada Invencible nel buttar giù Renzi. Armata Brancaleone nel progetto di sostituirlo».