Venerdì 26 Aprile 2024

Insostenibile leggerezza

Pur d’illuderci di volare a tasche leggere eravamo pronti a patire qualche disagio. In cambio, con pochi euro, diventavamo padroni dei cieli. Poco importava se tutto, tranne la garanzia della seduta, diventava optional a pagamento. Una volta attirati dal meccanismo low cost, le offerte stracciate restavano spesso a far da specchio per le allodole mentre le tariffe, governate dal solito algoritmo furbetto, crescevano a dismisura raggiungendo i livelli di blasonate compagnie di bandiera prossime alla débâcle . Poco importava se spariva il sapore d’avventura, se la disponibilità del personale di bordo lasciava a desiderare e se la regolarità dell’imbarco poteva essere compromessa: gli aerei come autobus non conoscevano comodità, ma viaggiare per diletto o per lavoro era finalmente accessibile e globalizzato. I soloni del nostro futuro hanno teorizzato a quel punto miliardi di passeggeri. Poco importava però di città d’arte e mete turistiche prossime al collasso per traboccanti eccessi d’umanità: erano i numeri a sostenere l’avvenire. E pareva che nulla potesse arrestare il progresso, identificato nel superiore interesse della multinazionale ‘globalizzata’, pronta a schiacciare utenti come fossero formiche. Almeno sino al primo intoppo: una primaria compagnia low cost ha incominciato a lasciare a terra decine di migliaia di passeggeri per questioni sindacali interne. Ecco allora che le cancellazioni del volo all’ultimo minuto diventano insopportabili e la voce dell’utente formica sembra in grado di intimorire persino i sacri dogmi della globalizzazione… ma forse si tratta solo di un miraggio momentaneo, almeno sino a che non ci ritroveremo in coda come un gregge in attesa di «vettore» (così chiamano gli aerei quando stanno per lasciarci a piedi) che non si scorge all’orizzonte, sui cieli tersi della nostra bella e irraggiungibile Europa.