Mercoledì 24 Aprile 2024

Diploma di analfabetismo

IN PRINCIPIO qualche Regione più avanzata faceva corsi di arabo per gli immigrati arabi. Non si sa mai che gli scappasse qualche parola in italiano. Adesso no. Adesso che sono tanti, troppi, investiamo in integrazione: lingua, leggi, tradizioni. Chi viene a vivere da noi, si dice, deve capire e farsi capire, conoscere le regole che reggono la nostra società. I doveri (pochissimi) a cui attenersi, e i diritti (illimitati) di cui godere. A questo scopo mettiamo a disposizione soldi, molti, energie e personale. E per fortuna che ci sono tante benemerite cooperative e Ong di terra spuntate come funghi, o come profughi, che danno (e si danno) una mano. Oddio. Se ci sono mille ospiti in un centro, mica sempre si possono fare mille pasti, e pure di qualità.

Lo Stato ne paga mille, ovvio, ma il gestore sa che distribuendone 600 fatti con gli avanzi, al massimo ci scappa qualche colichetta, ma nessuno di sicuro fa indigestione. Previdenti. E anche sulla lingua, beh, i nostri ospiti mica debbono imparare la Divina Commedia. Infatti non imparano neppure la Vispa Teresa. Per cui i casi sono due, anzi tre. Primo: gli insegnanti insegnano poco. Possibile. Secondo: gli allievi non sono ricettivi, non si applicano, fanno forca. Probabile. Terzo. Questi corsi spesso si svolgono molto sulla carta, e nelle fatture, e poco nella pratica, come ci conferma (tra i tanti) il caso della donna marocchina con regolare diploma… di analfabetismo. Morale. La migrazione è un dramma. Da soli non possiamo e non riusciamo a contenerla, finendo per offrire anche modelli disgustosi di accoglienza come il Cara di Mineo, un inferno governato da fuorilegge. La speculazione su questo dramma è a sua volta una indecenza. Criminale. Per questo la prima va regolata. Subito. Senza piagnistei. E la seconda va punita. Senza sconti.