Mercoledì 24 Aprile 2024

Luxuria sull’Isola di Adamo ed Eva. "Metto a nudo le vostre ipocrisie"

Vladimir da mercoledì alla conduzione del reality più discusso

Vladimir Luxuria (Olycom)

Vladimir Luxuria (Olycom)

MILANO, 5 ottobre 2015  - Vladimir Luxuria, l’aspetta una nuova provocazione. Da mercoledì 7 ottobre condurrà su Deejay Tv (canale 9) il discusso reality “L’isola di Adamo ed Eva” in cui i partecipanti saranno integralmente nudi. Perché l’ha fatto?

«Mi piaceva l’idea, faccio il tifo per queste persone che, dopo aver fallito nell’amore metropolitano, si mettono davvero a nudo per cercare l’amore in un ambiente selvaggio. Qui non conta l’abito firmato o l’orologio di marca. Di solito al primo incontro uno si immagina l’altro, o l’altra, nudi. Qui abbiamo tagliato questo primo step. Siamo nati nudi, tutto il resto è travestimento».

Scandalizzare, o almeno trasgredire, andare contro il conformismo, è un po’ la sua missione di vita...

«La mia identità di genere mi è sempre stata chiara e naturale fin da piccolissima, per questo non mi sono mai percepita come trasgressiva. Lo sarei stata se mi fossi vestita da maschio, questo sì. Non mi sono mai, mai, sentita un bambino, ma una bambina che amava giocare con le bambole. Sono gli altri che sono andati contro le regole, quando hanno cercato di insegnarmi che così non andavo bene. A scuola ho sofferto moltissimo per il bullismo, a un certo punto ho anche pensato di abbandonare la scuola. Frequentavo la parrocchia, tenevo anche dei seminari, finché un giorno il prete mi ha detto che dovevo reprimere la mia femminilità».

Ha citato il bullismo di cui è stata vittima. Può raccontarci qualche episodio?

«L’episodio più doloroso accadde con una supplente, che mi chiese: ti piacciono i maschietti? E io risposi sinceramente, come se si trattasse di un’interrogazione: sì. Lei mi fece mettere davanti alla cattedra e con il righello mi diede una bacchettata fortissima sulla mano. Tornata a casa, nascosi la mano sotto la sedia per non farla vedere ai miei genitori. Soffrivo la solitudine, non sapevo con chi parlarne. Per fortuna avevo Dolly, la mia barboncina, l’unica che con i suoi occhi dolci mi capiva».

I suoi genitori che atteggiamento avevano con lei?

«Avevano capito tutto ma facevano finta di niene. Ogni tanto ricevevano qualche telefonata anonima, “Tuo figlio è un ricchione”. Ma la conferma definitiva l’hanno avuta quando sono andata al Costanzo Show».

Dopo il Costanzo Show c’è stata la grande avventura politica...

«Io non volevo assolutamente diventare parlamentare, non ci avevo mai pensato. Avevo sostenuto Nichi Vendola ma per una battaglia ideale. Un giorno mi convocano alla sede di Rifondazione. Cominciano a parlare, e mi dicono che per quelle elezioni hanno deciso di riservare il 20% delle candidature blindate ai non militanti. Io sarei stata capolista a Roma, quindi con la certezza matematica di essere eletta. In quel momento avevo altri progetti che riguardavano lo spettacolo. Mi sono spaventata e ho risposto di no, non mi sentivo all’altezza. Da quel momento è iniziata una specie di benevola persecuzione. Persino mio padre, che è di destra, mi ha incoraggiato. Alla fine mi hanno convinta. Non mi sono pentita».

Ha qualcosa da rimproverarsi di quel periodo?

«Forse ho esagerato con un look troppo severo, con tutti quei tailleur strettissimi. Però ho sdoganato la presenza di un transessuale in Parlamento, dopo di me qualsiasi persona può farlo».

Una svolta dopo l’altra: subito dopo ha cambiato di nuovo ambiente, ed è finita all’“Isola dei famosi”...

«Dopo il Parlamento volevo soltanto andarmene per un mese dall’altra parte del mondo, sparire... Invece mi chiamano a Raidue e mi propongono di andare sull’Isola. Ancora una volta, dico di no, poi Simona Ventura riesce a convincermi. Così sono riuscita nella difficile impresa di farmi criticare sia dalla destra sia dalla sinistra: il selfie con Berlusconi non me l’hanno mai perdonato. Comunque l’Isola è stata una bellissima esperienza: ho smesso di fumare, sono dimagrita e nel televoto ho avuto la soddisfazione di battere Belen...».

In Parlamento come andava con Gasparri?

«Quell’uomo deve avere qualcosa di irrisolto. Se dovessi andare a cena con uno di destra, allora molto meglio Ignazio La Russa, molto più divertente e galante».

Il più bello del Parlamento?

«Sicuramente Casini. Ma non è che ci fosse molto da lustrarsi gli occhi. Mi trovavo bene anche con Vito Li Causi dell’Udeur, con Livia Turco e, potrà sembrare strano, con Antonio Razzi».