Mercoledì 24 Aprile 2024

Veterinari in allarme: il governo vuole svincolarli dal Ministero della Salute?

I professionisti hanno valutato con perplessità le dichiarazioni del premier sul cambio di nome del dicastero guidato da Maurizio Martina

Un medico (foto repertorio Ansa)

Un medico (foto repertorio Ansa)

Roma, 14 gennaio 2016 -  "Siamo certi che il premier Matteo Renzi non sarà così incauto o mal consigliato da immaginare di togliere al ministero della Salute e alle Regioni la direzione dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione, della sicurezza alimentare e della sanità pubblica veterinaria". Lo dicono i medici vceterinari commentando le parole del premier durante l'incontro a Palazzo Chigi per la firma del protocollo d'intesa "Diamo credito all'agroalimentare italiano", tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo: il Presidente del Consiglio ha annunciato un cambio di nome per il dicastero guidato da Maurizio Martina che diventerà ministero dell'Agroalimentare.

"Non vogliamo nemmeno ipotizzare - ha dichiarato il segretario nazionale dei Veterinari di Medicina pubblica Aldo Grasselli - che al mutamento della denominazione possa fare seguito anche un'attribuzione di competenze che devono restare al loro posto". "Si tratta - aggiungono - di una perplessità sollevata anche da Federalimentare", che attraverso il suo presidente, Luigi Scordamaglia, ha invitato a "evitare qualsiasi fuga in avanti che rimetta in discussione competenze", citando come esempio competenze come la sicurezza alimentare e i servizi veterinari che fanno capo al ministero della Salute e che non possono essere collocate altrove".  "La sanità pubblica veterinaria e la sicurezza alimentare - ha ribadito Grasselli - sono funzioni sanitarie di alto contenuto professionale sanitario, ineludibili per reggere le sfide dei mercati internazionali. Solo mantenendo il nostro modello di autonomia che è un modello cui si sono adeguati progressivamente gli altri paesi europei e la stessa UE e il nostro livello di garanzie l'Italia potrà conservare il suo prestigio internazionale nel settore agroalimentare. I medici veterinari pubblici italiani, insieme ai medici igienisti e ad altre professionalità sanitarie, fanno parte di un Sistema nazionale di Prevenzione improntato alla 'One Health' tra i più evoluti ed efficaci d'Europa e rappresenta un asset di rilievo per l'esportazione internazionale delle nostre produzioni alimentari".

 I veterinari ricordano al premier che "la conquista del prestigio del nostro cibo non è data solo dal pregio dei nostri cuochi o dal 'markerting eataliano', ma da concreti contenuti di qualità e salubrità delle materie prime che si ottengono con una tutela attenta dell'ambiente, con il benessere  animale e con il monitoraggio sanitario costante dei rischi di contaminazione batteriologica e chimica delle derrate alimentari. E proprio a questo servono i veterinari di medicina pubblica che lavorano nel Servizio sanitario nazionale, negli Assessorati alla sanità, negli Istituti Zooprofilattici sperimentali, nell'Istituto Superiore di Sanità e nel Ministero della salute. I medici veterinari pubblici sono pronti a dare il loro contributo proattivo al settore agroalimentare italiano ma dichiarano fermamente che non vogliono essere collocati al di fuori della sanità pubblica".   Per contatti con la nostra redazione: [email protected]