Mercoledì 24 Aprile 2024

E' emigrata in Cina la tigre dell'Amur liberata da Putin

In maggio il presidente russo restituì alla natura tre esemplari della specie a rischio estinzione. Uno ha varcato il confine in cerca di cibo. Pechino fa sapere che sarà protetta

Tigri dell'Amur in una foto AFP

Tigri dell'Amur in una foto AFP

Mosca, 9 ottobre 2014 - La tigre di Putin è emigrata in Cina: uno dei tre felini liberati dalla cattività dal presidente russo lo scorso maggio è passato sulla riva cinese di un fiume che segna la frontiera tra i due Paesi e ora si trova in territorio cinese. La tigre - esemplare della rara sottospecie dell'Amur, a rischio estinzione- si chiama Kuzja e ha sconfinato in cerca di cibo.

Le autorità locali cinesi si sono affrettate a riferire all'agenzia Xinhua che da loro non avrà problemi di alimentazione. "Se necessario, diffonderemo bestiame nella regione in modo che possa cibarsi". Il responsabile del programma russo per la tutela delle tigri siberiane ha da parte sua confidato alla Ria Novosti la speranza che la Cina "garantisca che il destino del predatore segua le linee della cooperazione internazionale".

Il problema per i dignitari della località dove si è trasferita la tigre siberiana di Putin pare sia in realtà la presenza di innumerevoli trappole, con il pericolo che vi incappi Kuzja, ancora poco abituata alla libertà. I tentativi di localizzare con esattezza l'animale, che ancora per alcuni mesi porta un collare con un localizzatore gps, non hanno per ora sortito risultato. Ma si sa con certezza che le altre due tigri siberiane liberate da Putin, Borya e Iliona, hanno scelto per ora di restare in patria. Un tempo numerossime nell'estremo Sud-Est della Siberia, in Cina ora restano poche decine di esemplari di tigri dell'Amur, mentre in Russia sono oltre 400.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]