Mercoledì 24 Aprile 2024

A caccia di notorietà

MARISTELLA CARBONIN

È STATA la donna del mistero, prima. E ben presto l’amante del comandante, perché certi misteri, come le bugie, hanno le gambe corte. Ostriche e champagne, l’ex ballerina e il lupo di mare. Scuotendo il caschetto platino ha difeso l’uomo che se l’è data a gambe levate mentre la Concordia ingoiava vite e sogni. «È un eroe», ha urlato. «Ha salvato molte vite». Facile, se si è passati dallo sfavillìo del ponte 11 alla spiaggia del Giglio in un battito di ciglia e senza bagnarsi un mignolo. Fin troppo disinvolta davanti alle telecamere, inseguita come la diva di una favola triste. Generosa di sorrisi quando ha testimoniato al processo Concordia. Gli occhi scuri, ammiccanti e troppo veloci, due ritagli di notte su quel viso pallido come un’alba. E ora tutta quest’urgenza di dire la verità, di farsi paladina dei morti. Che poi sarebbe cosa buona e giusta. Ma anche senza voler essere maligni viene proprio da chiederselo: perché adesso?

L’ELICOTTERO arrivato sull’isola, un oggetto misterioso da portare via, la confidenza di un ufficiale. Domnica dosa con furbizia le parole e i tempi.  Perché tralasciare dettagli tanto importanti nel luogo più adatto alle confessioni, il tribunale? Perché vuotare il sacco davanti alle telecamere, ammesso che sia un sacco pieno di verità e non pieno d’aria, proprio ora e mettendo alle strette l’ex amante? Domnica, lo scrive lei stessa sul suo profilo Facebook, sta raccogliendo i ricordi di quella notte in un libro. Certo, a voler essere maligni viene da chiedersi se con questa sgraziata piroetta l’ex ballerina non sia piuttosto a caccia di un nuovo angolo di palcoscenico. Dell’ennesimo ritaglio di notorietà. Di pubblicità. A voler esser maligni, alla fine chi era Domnica prima della tragedia della Concordia?  Ma è vero che nessuno può leggere nelle coscienze e se c’è una verità da raccontare allora Domnica la racconti tutta e per bene, non faccia i capricci dando ultimatum: dica quello che sa. Di fronte ai morti, è il minimo. Basta teatro, basta schermaglie. Non ne ha bisogno nessuno, soprattutto non ne hanno bisogno le famiglie delle vittime di questa tragedia. Poi starà a chi conduce le indagini valutare parole e fatti. Di sicuro lei, parlando degli altri (l’elicottero, l’ufficiale, l’oggetto misterioso), alla fine c’è riuscita: ha fatto di nuovo parlare di sé. .