Mercoledì 24 Aprile 2024

Un Paese degno del suo sport

Doriano Rabotti

Che cosa ci lascia questo 2022 che finisce? Che cosa vale la pena portare nel 2023? Sicuramente lo sport è uno degli specchi del Paese, ma il giochino di sovrapporre i successi delle palestre e delle piscine, delle piste d’atletica o dei circuiti da corsa alla situazione dell’Italia in generale sarebbe troppo facile e soprattutto sbagliato. Anche perché se valesse la proprietà transitiva, dovremmo avere una nazione che scoppia di salute, e invece...

Eppure non è giusto nemmeno fermarci al puro dato tecnico e sportivo: perché è vero che durante la competizione le squadre e i campioni non pensano certo al debito pubblico o alla riforma delle pensioni, per dire. Però è altrettanto chiaro che, per l’ennesima volta, l’Italia che gareggia si è mostrata migliore di quella che dovrebbe mettere i nostri campioni nelle condizioni di primeggiare. E’ troppo facile appoggiarsi allo stellone e al genio italico, alla nostra capacità di reagire alle difficoltà tirando fuori più del massimo: la verità è che dietro ogni medaglia d’oro individuale o di squadra, che sia di Jacobs, Tamberi, Paltrinieri o la nazionale di volley, dietro i successi di Bagnaia-Ducati o degli schermidori, non ci sono ancora le strutture che in molti paesi del ’primo mondo’ i giovani frequentano fin da bambini.

Ecco, dal 2023 sarebbe bello aspettarsi una vera svolta di civiltà. Scoprire che tutti i nostri ragazzi hanno una palestra nella scuola, o una vasca in cui nuotare...Auguri.