Lunedì 6 Maggio 2024

Un Paese degno del suo sport

Doriano Rabotti

Che cosa ci lascia questo 2022 che finisce? Che cosa vale la pena portare nel 2023? Sicuramente lo sport è uno degli specchi del Paese, ma il giochino di sovrapporre i successi delle palestre e delle piscine, delle piste d’atletica o dei circuiti da corsa alla situazione dell’Italia in generale sarebbe troppo facile e soprattutto sbagliato. Anche perché se valesse la proprietà transitiva, dovremmo avere una nazione che scoppia di salute, e invece...

Eppure non è giusto nemmeno fermarci al puro dato tecnico e sportivo: perché è vero che durante la competizione le squadre e i campioni non pensano certo al debito pubblico o alla riforma delle pensioni, per dire. Però è altrettanto chiaro che, per l’ennesima volta, l’Italia che gareggia si è mostrata migliore di quella che dovrebbe mettere i nostri campioni nelle condizioni di primeggiare. E’ troppo facile appoggiarsi allo stellone e al genio italico, alla nostra capacità di reagire alle difficoltà tirando fuori più del massimo: la verità è che dietro ogni medaglia d’oro individuale o di squadra, che sia di Jacobs, Tamberi, Paltrinieri o la nazionale di volley, dietro i successi di Bagnaia-Ducati o degli schermidori, non ci sono ancora le strutture che in molti paesi del ’primo mondo’ i giovani frequentano fin da bambini.

Ecco, dal 2023 sarebbe bello aspettarsi una vera svolta di civiltà. Scoprire che tutti i nostri ragazzi hanno una palestra nella scuola, o una vasca in cui nuotare...Auguri.