Venerdì 26 Aprile 2024

Un lampo di Vlahovic nel buio della Juventus

L’attaccante regala una vittoria contro il Torino: squadra migliorata, le parole dure di Agnelli e il ritiro hanno fatto effetto

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JUVENTUS

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Primo tempo: 0-0

(3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Djidji (34’ st Zima), Schuurs, Rodriguez; Aina (34’ st Singo), Lukic, Linetty (33’ st Karamoh), Lazaro; Miranchuk, Vlasic, Radonjic (25’ st Pellegri). In panchina: Berisha, Gemello, Bayeye, Buongiorno, Ilkhan, Adopo, Seck, Vojvoda, Ricci, Garbett. Allenatore: Juric.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Danilo, Bremer (6’ st Bonucci), Alex Sandro; Cuadrado, McKennie, Locatlli (45’ st Paredes), Rabiot, Kostic; Vlahovic, Kean (28’ st Milik). In panchina: Pinsoglio, Perin, Gatti, Miretti, Rugani, Soulé, Iling-Junior, Fagioli. Allenatore: Allegri.

ARBITRO: Mariani di Aprilia

RETE: 29’ st Vlahovic.

NOTE: ammoniti Linetty, Lazaro

- Allora aveva ragione Andrea Agnelli. parlando apertamente di vergogna, mandando tutti in ritiro e minacciando di spedire altrove qualcuno già a gennaio. La Juventus non è parsa affatto guarita contro il Toro, anzi. Ma è cambiata radicalmente rispetto al passato: intanto, disegnando una prestazione in crescendo al contrario di quando fatto quasi costantemente finora nell’arco della gara e poi dimostrando di volere la vittoria più del solito. Da rassegnata, timida e passiva la Juve è sembrata pasticciona, scostante ma volenterosa. Non è poco. La qualità ancora non c’è misteriosamente, di schemi e gioco neanche parlarne: la squadra si è abbassata paurosamente nelle poche fasi della gara in cui il Toro (molto deludente) ha spinto. Però in attacco ci ha creduto di più, il Toro è stato salvato da un Milinkovic-Savic in stato di grazia. E Vlahovic è tornato a fare il Vlahovic. Ovvero a segnare: sesto gol in campionato, il più pesante finora vista la situazione generale.

Una zampata del serbo a 16 minuti dalla fine decide il derby della Mole, che si colora ancora una volta di bianconero. Il Torino colleziona un’altra sconfitta nelle stracittadine, sono 21 su 27 confronti nell’era Cairo, e allunga la striscia negativa in campionato: ora sono cinque le partite di fila senza successi, con un solo punto, quello del pari casalingo con l’Empoli. Troppa poca la forza d’urto dei granata, spesso bravi a manovrare ma poi inconcludenti negli ultimi 16 metri. Per la Juve una boccata d’ossigeno ma ancora tanti errori che fanno arrabbiare Allegri. Che ci mette del suo proponendo un Kean mai in palla quest’anno, confermando Mc Kennie sulla fascia destra dove nemmeno Cuadrado è in forma e lasciando la regia a Locatelli che è un mediano. Kostic parte troppo indietro e non incide: lui che nell’Eintracht faceva la differenza giocando sempre alto e largo.

Il popolo granata ricorda Gigi Meroni a 55 anni dalla tragedia, nel pre-partita viene esposta la sua maglietta numero 7 sul terreno del Grande Torino. Poi si parte,la paura si impossessa di entrambe le squadre, nonostante una cornice di pubblico meravigliosa che dovrebbe portare fiducia, bel gioco e voglia di giocare. La Juve diversa dal solito si vede al 34’, ci sono tre occasioni nel giro di pochi secondi: Vlahovic si presenta a tu per tu con Milinkovic-Savic e il portiere gli sbarra la strada, poi anche Locatelli e Rabiot vanno a sbattere contro l’estremo difensore serbo. Per il resto è il nulla. Nella ripresa Bremer si ferma per un fastidio e, accompagnato dai fischi assordanti dei suoi ex tifosi, lascia il posto a Bonucci. la Juve cresce nel finale. Un angolo di Mc Kennie è spizzato di testa da Danilo e sul secondo palo irrompe Vlahovic per l’1-0. Nei giorni brutti Vlahovic sarebbe partito 10 centimetri più avanti, cioè in fuorigioco: e Mariani avrebbe annullato. Ma la Juve col Toro era diversa anche in quello: nella fortuna. Per ora basta così. Se fossimo nei giocatori ci sarebbe di che preoccuparsi: se due giorni di ritiro hanno cambiato così la squadra, tanto vale insistere. Ma sarebbe troppo facile per questa Juve.