Venerdì 26 Aprile 2024

Tagliate ingaggi altro che ristori

Doriano Rabotti

Sempre più scollegati dalla realtà. Oddio, non è che il mondo del calcio abbia mai brillato per la capacità di immedesimarsi nelle condizioni di vita dell’italiano medio, tranne ovviamente quando deve studiare come vendere il prodotto al tifoso-consumatore-cliente.

E onestà intellettuale impone di sottolineare che in fondo, come i politici, anche i manager della pedata e i calciatori sono lo specchio del paese, per quanto possa essere un ragionamento antipatico da fare, perché lo specchio riflette le nostre complicità, nella migliore delle ipotesi.

Eppure fa un po’ specie leggere che alcune squadre di serie A chiedono ristori di fronte alla stretta sul numero degli spettatori mentre tutta l’Italia si trova a fare i conti con i danni che la pandemia ha provocato nel fisico, nel cuore, nei nervi e nel portafoglio. L’impressione è che, come capita spesso nel Belpaese, i sacrifici vadano bene fino a quando li devono fare gli altri, le leggi siano da rispettare finché non tocca a noi pagare, e signor vigile, non si potrebbe chiudere un occhio per una volta?

No, gli altri italiani, quelli che se va bene hanno ancora un lavoro e riescono ad affrontare le difficoltà del momento, le multe le pagano. E se sbagliano un investimento comprando qualcosa di costoso e inutile, diciamo un Ramsey da salotto, non hanno nessuno a cui chiedere il ristoro.