Sabato 27 Aprile 2024

Spalletti pesca il Jack e sbanca casa Juve

Raspadori nel recupero regala la vittoria al Napoli, che potrà festeggiare lo scudetto contro la Salernitana. Il Var annulla un gol a Di Maria

Spalletti pesca il Jack e sbanca casa Juve

Spalletti pesca il Jack e sbanca casa Juve

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Primo tempo: 0-0

JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny; Gatti, Rugani, Danilo; Cuadrado, Rabiot, Locatelli, Miretti (15’ st Di Maria), Kostic (15’ st Chiesa); Soulè (21’ st Fagioli); Milik (45’ st Vlahovic). Allenatore: Allegri

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Kim, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka (51’ st Rrahmani), Ndombelé (23’ st Zielinski); Lozano (23’ st Elmas), Osimhen, Kvaratskhelia (41’ st Raspadori). Allenatore: Spalletti.

Arbitro: Fabbri di Ravenna.

Rete: 48’ st Raspadori.

Note: ammoniti Locatelli, Rabiot, Fagioli, Di Maria, Anguissa. Angoli: 6-3 per il Napoli. Recupero: 2’; 8

di Paolo Grilli

Allegri saluta Spalletti a fine match, il sorriso è sempre amaro, se non assente: Max riesce dal tunnel degli spogliatoi dove era corso nervosamente già prima del triplice fischio, non sopportando la beffa che punisce la sua Juve in un big match con scelte arbitrali destinate a far discutere. Il Napoli vola sotto la pioggia, si mette in saccoccia altri tre punti e potrebbe persino festeggiare lo scudetto nel prossimo weekend. Decide Raspadori, con un tiro chirurgico nel recupero che racchiude la magia della stagione degli azzurri.

Allo Stadium è un avvio flipperistico, con ritmi forsennati e calcioni semiproibiti. L’undici di Max è rivoluzionato rispetto a Lisbona, ma l’energia è ben superiore rispetto a quella dell’ultimo ko col Sassuolo. Quando Kostic e Rabiot alzano i giri, Meret vede materializzarsi un paio di pericoli. Il Napoli è conscio del proprio potenziale e fatica a scrollarsi di dosso le scorie soprattutto emotive di Champions. Tanto, poi, con Osimhen e Kvara qualcosa può sempre succedere e tra gli azzurri la pazienza diventa così una doppia virtù.

I partenopei dominano nel possesso palla, ma la Signora resiste bene in area e arriva solo un tiro nello specchio da parte della squadra di Spalletti. Merito, in chiave juventina, di una mediana tornata più impermeabile con lo schieramento a cinque. Senza contare poi il sacrificio di Miretti, impegnato a inibire le creazioni di Lobotka. Non poteva mancare un po ’ di speculazione tattica vista l’importanza del match declinata su molteplici motivi: dallo scudetto alle viste per i campani, forti anche sul piano emotivo del 5-1 dell’andata, e dell’improvvisa opportunità per la Juve di riprendersi la Champions, decisioni extra campo permettendo.

Nella ripresa prova ad accendersi Kvara, ma Szczesny c’è. Gli ingressi di Chiesa e Di Maria alzano il livello della sfida. Le squadre si sbloccano, il Napoli si ricorda a tratti delle meraviglie di cui è capace e va vicinissmo al gol per tre volte con Osimhen in una manciata di minuti. Una pericolosità data anche dagli ingressi di Zielinski ed Elmas. Il finale è senza respiro, con i due gol annullati alla Juve: il primo di Di Maria, col Var, per il fallo di Milik su Lobotka, farà discutere. Quello di Vlahovic no, ma fa capire anche la sfortuna del serbo. Che con l’Inter in Coppa Italia avrà una delle ultime chance per giustificare la sua permanenza a Torino.