Mercoledì 24 Aprile 2024

Qatar 2022: corruzione, violazioni e polemiche. E quel sospetto di un patto con la Francia

Sull’assegnazione l'ombra di un accordo con Parigi che avrebbe poi venduto a Doha dei jet militari

Segui il corso dei soldi, raccomandano sempre quando devi indagare sugli affari sporchi e vuoi capire chi ci sta dietro. Nel caso del mondiale qatariota, l’unico mistero che non è necessario risolvere è proprio quello della provenienza dei fondi che hanno portato all’organizzazione del mondiale più contestato e politicizzato della storia. Non si tratta solo di aver stravolto abitudini e calendario del calcio, ambiente sempre restio ad accettare qualsiasi cambiamento: quello choc in fondo è stato scontato al momento dell’annuncio, ormai tredici anni fa.

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I diritti umani in Qatar
I diritti umani in Qatar

Nessuno se l’aspettava allora, nessuno pensava che da quella proclamazione del presidente della federcalcio mondiale, allora lo svizzero Joseph Blatter, sarebbe iniziata una traversata di oltre un decennio sul campo minato dei sospetti prima, delle certezze di porcherie poi. Oggi i vertici della Fifa sono cambiati, e quindi per certi versi ha ragione Gianni Infantino, anche lui svizzero, ma con passaporto italiano per le chiare origini, quando fa presente che la scelta fu fatta dal... governo precedente, come dicono da noi premier e sindaci quando non riescono a risolvere un problema. Ma il fiume di processi, insinuazioni e proteste è ancora in piena, e altissima è l’acqua melmosa che circonda il mondiale del deserto. Anche senza tirare in ballo i diritti civili.

La Fifa ha un presidente eletto dalle oltre duecento federazioni che la compongono, che prende le decisioni come quella di assegnare il mondiale con il comitato esecutivo: oltre al presidente ci sono otto vice e quindici membri, in teoria con un peso diverso. L’Europa esprime sette di questi 23 componenti, per capirci, Asia e Africa 4, il Nord e Centro America tre così come il Sudamerica. In questi rapporti di forze aritmetiche si annidano le chances di decisioni a sorpresa. Non è la prima volta che un’assegnazione di un mondiale scatena sospetti: furono chiacchierati quelli in Germania vinti dall’Italia (che in quei tempi riusciva a qualificarsi), quelli del Sudafrica 2010 addirittura portarono Infantino ad ammettere che il Marocco era stato superato con 10 milioni di dollari usati dai sudafricani per comprare i voti necessari.

Per il Qatar la sorpresa fu tripla. Lo stesso Blatter non si aspettava la decisione che scontentò soprattutto gli Stati Uniti, presenti il giorno dell’annuncio con l’ex presidente Clinton e con un messaggio di Barack Obama. Al momento il Qatar non aveva nemmeno uno stadio all’altezza, figuriamoci le infrastrutture. Usa, Corea del Sud, Giappone e Australia erano sicuramente più attrezzate, eppure vinsero gli emiri. E l’allora segretario Jerome Valcke ha raccontato in un documentario su Netflix che Blatter era contrario, ma sul palco gli chiese di sorridere.

Lo stesso Blatter giusto un mese fa ha detto al giornale svizzero Tages Anzeiger: "Una settimana prima della scelta l’allora presidente della Uefa Michel Platini mi chiamò e mi disse che il nostro piano di assegnare i mondiali a Russia e Stati Uniti non avrebbe funzionato". La Russia ebbe i mondiali del 2018, gli Usa avrebbero dovuto avere quelli del 2022 (avranno il 2026). "Mi disse che l’allora presidente francese Sarkozy, in contatto con il principe ereditario del Qatar, gli aveva chiesto di fare il possibile. Sei mesi dopo il Qatar acquistò aerei da caccia francesi per 14,6 miliardi di dollari". Il tutto dopo un pranzo tra Sarkozy, Platini e l’emiro del Qatar Al Thani. Il piatto era ricco, saranno usciti sazi.