Bruxelles, indagine corruzione Qatar: fermato ex eurodeputato Panzeri, nei guai Eva Kaili

In casa del politico "trovati 500mila euro in contanti". Arrestate moglie e figlia. Fermato Luca Visentini, segretario generale dell'Ituc. Coinvolta anche la vicepresidente greca. Media belgi parlano di organizzazione criminale "infiltrata nel cuore del Parlamento europeo e sospettata di ingerenza nella politica Ue e di corruzione da parte del Qatar"

Pier Antonio Panzeri

Pier Antonio Panzeri

Bruxelles, 9 dicembre 2022 - Inchiesta sulla corruzione legata al Qatar: sono stati fermati quattro italiani, tra cui l’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Pier Antonio Panzeri - a casa gli sarebbero stati trovati 500mila euro in contanti -, e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini, già segretario generale dei sindacati europei. Per il Parlamento europeo è un terremoto. Coinvolta anche la vicepresidente, la greca Eva Kaili. Sei gli italiani finiti nei guai. Nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles. Arrestate poi nella Bergamasca moglie e figlia di Panzeri. 

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La notizia sui giornali belgi

I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.

Chi sono i fermati

Oltre all'ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1 Panzeri e a Visentini, per diversi anni a capo dei sindacati europei, gli altri due italiani fermati a Bruxelles sono Francesco Giorgi, assistente parlamentare dei Socialisti e compagno della Kaili, e Niccolò Figà-Talamanca, della ong No Peace Without Justice. Panzeri e Visentini sono due volti noti negli ambienti brussellesi. Il primo è stato eurodeputato dal 2004 al 2019 dopo un passato da sindacalista nella Cgil. Il secondo è stato per undici anni a capo della Etuc, la Confederazione dei sindacati europei. Ed è di pochi giorni fa la sua elezione a segretario generale della International Trade Union Confedaration, la confederazione mondiale dei sindacati. Panzeri e Visentini, oltre all’assidua frequentazione con l’Eurocamera, hanno un’altra cosa in comune: l’impegno per i diritti umani. Entrambi, infatti, sono legati alla ong Fight Impunity, fondata dallo stesso ex eurodeputato lombardo nel 2019. Ed è proprio sul binario della tutela dei diritti umani, soprattutto con l’avvicinarsi dei Mondiali, che potrebbe essersi sviluppato il rapporto con il Qatar.

Quel dibattito sui diritti umani e dei lavoratori

A Strasburgo, alla Plenaria dello scorso novembre, è andato in scena un dibattito sulla situazione dei diritti umani e dei lavoratori nello Stato del Golfo dopo le polemiche sul trattamento dei dipendenti stranieri che hanno contribuito alla costruzione degli stadi per il Mondiale. E, già in quei giorni, in diversi al Pe avevano asserito che la risoluzione finale avrebbe potuto essere più severa. Lo scorso primo novembre, invece, Kaili aveva incontrato il ministro del Lavoro qatarino Ali bin Samikh Al Marri, "accogliendo con favore l’impegno" di Doha "per i diritti dei lavoratori". Per il momento, tuttavia, non è stato precisato su quali decisioni si è concentrata l’inchiesta.

La polemica politica

Di certo, dal punto di vista politico, il colpo per l’Eurocamera c’è stato e ci sarà. In particolare per il gruppo S&D. "Data la gravità delle accuse, chiediamo la sospensione dei lavori su tutti i dossier e delle votazioni in plenaria riguardanti gli Stati del Golfo, in particolare la liberalizzazione dei visti e le visite previste", è stata la richiesta dei socialisti. "Si tratta di accuse estremamente gravi, si faccia luce", hanno aggiunto gli eurodeputati Dem. Sulla stessa linea anche il Ppe, mentre dai vertici dell’Eurocamera per ora c’è un fermo no comment. Ma la polemica è destinata a montare. "La vicepresidente Kaili è indagata, si dimetta", ha attaccato il M5S. "Bisogna fare chiarezza, chiediamo di affrontare il tema in Aula", ha aggiunto la Lega. 

Arrestate moglie e figlia di Panzeri

Ed è stato eseguito nella Bergamasca il mandato di arresto europeo nei confronti della moglie e della figlia di Panzeri. L'ex eurodeputato dei Socialisti e Democratici risulta avere ancora casa a Calusco d’Adda, il paese del Bergamasco di cui è originario: proprio lì sarebbero state rintracciate la moglie Maria Colleoni, 67 anni e la figlia Silvia, 38. Le donne si trovano ora in carcere a Bergamo, dove sono state accompagnate in base al mandato che prevede la custodia cautelare in carcere. 

"La vicepresidente Eva Kaili sospesa dal gruppo S&d"

Eva Kaili secondo quanto riportato dai media è stata interrogata e la sua abitazione è stata perquisita. “Il gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo ha preso la decisione di sospendere con effetto immediato l’adesione dell’eurodeputata Eva Kaili al gruppo S&d, in risposta alle indagini in corso", ha reso noto il gruppo in un tweet. Il primo novembre scorso Kaili aveva incontrato il ministro del Lavoro qatariota, Al Marri: la notizia era stata riportata su Twitter precisando che la vicepresidente dell’Europarlamento aveva espresso la propria soddisfazione per l’impegno del Qatar a perseguire delle riforme in materia di lavoro. 

Le parole di Eva Kaili

Nella scorsa plenaria di novembre Kaili aveva difeso in aula i progressi del Paese del Golfo nell’ambito dei diritti in vista dei Mondiali di calcio in corso. “Oggi i Mondiali in Qatar sono la prova, in realtà, di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Io da sola ho detto che il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori, abolendo la kafala e riducendo il salario minimo. Nonostante le sfide che persino le aziende europee stanno negando per far rispettare queste leggi, si sono impegnati in una visione per scelta e si sono aperti al mondo. Tuttavia, alcuni qui stanno li maltrattano e accusano di corruzione chiunque parli con loro o si impegni nel confronto. Ma comunque, prendono il loro gas. Tuttavia, hanno le loro aziende che guadagnano miliardi lì", aveva dichiarato fra l'altro.

L'indagine a Bruxelles

L'indagine considerata molto delicata, coordinata dalla procura federale, è stata istruita dal giudice Michel Claise, specializzato in materia finanziaria. I compiti investigativi sono stati svolti con la massima discrezione per più di quattro mesi dall'ufficio centrale per la repressione della corruzione (OCRC). Gli inquirenti anticorruzione "sospettano che un Paese del Golfo stia cercando di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo", ha sostenuto la Procura federale, attraverso il pagamento di "ingenti somme di denaro o offrendo doni significativi a terzi che rivestono una posizione politica e/o strategica significativa all'interno del Parlamento europeo". L'accusa non menziona il Qatar, ma diverse fonti ben informate hanno detto a 'Le Soir' e 'Knack' che è proprio lo stato che ospita i Mondiali di calcio a essere finito nel mirino.