Venerdì 26 Aprile 2024

La bandiera anti Kosovo nello spogliatoio della Serbia: Fifa apre indagine

La foto dello stendardo con la mappa del Kosovo, con sopra un vessillo serbo e lo slogan "Non ci sarà resa", è diventata virale ed ha portato alla protesta di Pristina

La bandiera anti Kosovo nello spogliatoio della Serbia

La bandiera anti Kosovo nello spogliatoio della Serbia

Doha (Qatar), 27 novembre 2022 - La Fifa ha aperto un procedimento disciplinare contro la Federazione calcio della Serbia a causa della bandiera anti Kosovo appesa nello spogliatoio della squadra prima della partita di giovedì scorso contro il Brasile ai Mondiali in Qatar. Nella foto, scattata prima del match e poi diventata virale sui social, si vede la bandiera, posta sopra le postazioni dei giocatori Milos Veljkovic e Andrija Zivkovic, con la mappa del Kosovo, con sopra un vessillo serbo e lo slogan scritto in cirillico "Non ci sarà resa".

La diffusione della foto ha portato a una protesta ufficiale del Kosovo, tramite il suo ministro dello Sport Hajrullah Ceku, che ha denunciato "immagini vergognose" trasmettendo "messaggi di odio, xenofobi e genocidi". "Ci aspettiamo azioni concrete dalla Fifa, di cui il Kosovo è membro a pieno titolo", aveva aggiunto il ministro dello Sport. Anche nel ricordo della partita di quattro anni fa e del gesto dei giocatori elvetici Xhaka e Shaqiri, di origini kosovare-albanesi, diventa già incandescente il clima intorno alla partita fra Serbia e Svizzera del prossimo 2 dicembre.

La Fifa non cita alcuna violazione specifica del proprio codice disciplinare ma fa valere l'obbligo generale di "fair play e non violenza" imposto ai 32 partecipanti al Mondiale in Qatar. L'entità delle sanzioni che possono essere comminate alle federazioni va da un incontro a porte chiuse alla sconfitta a tavolino ma, come detto, la Fifa non specifica il grado della gravità della colpa di cui sono accusati i serbi. 

Da parte sua, la Federcalcio del Kosovo (FFK) aveva annunciato di aver presentato un reclamo alla Fifa contro "l'azione aggressiva della Serbia" e chiesto sanzioni adeguate. "Un atto così sciovinista non deve avere posto negli eventi sportivi e ancora meno all'interno delle sedi in cui si svolge il più grande evento mondiale di calcio", era stata la denuncia della FFK.

La Serbia ha invece criticato la decisione della Fifa, definendo "ipocrita", così ha detto il ministro degli Esteri serbo Ivica Dacic ha criticato. "Immaginate che l'Ucraina dica 'La Crimea è Ucraina, nessuna resa'. Qualcuno forse punirebbe e caccerebbe l'Ucraina?". Il Kosovo, ha detto ancora Dacic, non è riconosciuto dalle Nazioni Unite, mentre la Serbia è uno Stato internazionalmente riconosciuto, membro dell'Onu, con il  Kosovo quale parte integrante del suo territo. "Che cosa c'è in tutto ciò che non è in linea con il diritto internazionale, che cosa c'è di offensivo?"

Serbia-Kosovo, la storia

La Serbia non riconosce l'indipendenza proclamata il 17 febbraio 2008 dal Kosovo, considerato ancora una sua provincia meridionale a maggioranza di popolazione di etnia albanese. Oltre a Russia e Cina, membri permanenti del consiglio di sicurezza Onu, l'indipendenza di Pristina non è riconosciuta da cinque dei 27 Paesi membri della Ue (Spagna, Romania, Grecia, Cipro e Slovacchia), cosa questa che crea problemi per incontri nei vari tornei di calcio internazionali dal momento che il Kosovo è stato ammesso ufficialmente a Fifa e Uefa nel 2016. Dei 193 Paesi membri dell'Onu, sono meno di 100 quelli che riconoscono il Kosovo indipendente, anche se su questi numeri non vi è concordanza fra Belgrado e Pristina. A riconoscerlo sono con Usa e Italia, tutti gli altri principali Paesi occidentali.