Mercoledì 24 Aprile 2024

La legge di Remco, una Liegi da fuoriclasse

Pogacar cade e si frattura un polso, lo show è tutto di Evenepoel: in maglia iridata fa subito il bis nella classica monumento

La legge di Remco, una Liegi da fuoriclasse

La legge di Remco, una Liegi da fuoriclasse

di Angelo Costa

Esce presto di scena Pogacar per una caduta, ma nonostante questo pure la Liegi-Bastogne-Liegi non sfugge a una regola: si corre per il secondo posto. Anche qui il primo è di un fenomeno, Remco Evenepoel: a 23 anni, il belga concede subito il bis nella sua classica prediletta, stavolta in maglia iridata. Come dodici mesi fa, il bimbo prodigio arriva da solo, ma quest’anno fa meno notizia: tutte le corse monumentali sono state vinte per distacco da un fenomeno. Adesso volta subito pagina per dedicarsi al vero obiettivo di stagione: il Giro d’Italia, dove fra meno di due settimane si presenterà per arricchire la sua collezione.

Salta il duello con Pogacar, che finendo in terra dopo una novantina di chilometri si rompe un polso e chiude la giornata sotto i ferri, ma l’assenza del dominatore di primavera non toglie nulla al trionfo di Evenepoel. Dopo un mese senza gare, Remco si ripresenta in versione padrone: prima fiacca gli avversari col ritmo dei compagni, poi mette tutti in fila sulla Redoute, infine si fa da solo gli ultimi trenta chilometri, preoccupato solo di non correr rischi sotto il diluvio. E’ il modo di segnalare la sua presenza dopo gli allenamenti in quota, e pure di aggiornare la storia a scapito del nostro ciclismo: era italiano l’ultimo vincitore della Liegi in maglia iridata (Argentin, 1987), era italiano anche l’ultimo a vincere due edizioni consecutive (Bartoli, 1997 e 1998).

"E’ speciale vincere con questa maglia. Avrei attaccato anche prima, ma sulla Redoute mi slittava la ruota, in più sapevo che anche la salita successiva sarebbe stata un bel trampolino. Pogacar? Non ho visto la caduta, poi mi hanno detto del ritiro e della frattura: gli auguro di tornare presto. Ora penso al Giro, stasera però festeggerò con un bel piatto di patatine fritte", è il pensiero di Evenepoel che alla sua bella età, oltre a due Liegi, conta anche un mondiale e una Vuelta, per restare ai traguardi che pesano di più: a pieno titolo è dentro questa generazione di fenomeni che sta regalando al ciclismo un’era di straordinaria bellezza.

Ai margini di questo ristretto club, per quanto in buona compagnia, resta l’Italia: lontano da un podio di ragazzi di 23 anni (dietro Evenepoel arrivano l’inglese Pidcock e il colombiano Buitrago), fuori dai primi dieci, il nostro ciclismo si accontenta del tredicesimo posto di Ciccone e della lunga fuga di Velasco, oltre 200 chilometri.

A tener alto l’onore sono ancora le donne: una superba Elisa Longo Borghini contende fino all’ultimo metro la vittoria all’incontenibile Demi Vollering, alla quale riesce la tripletta (Amstel, Freccia e Liegi) che la sorte nega a Pogacar.