Giovedì 25 Aprile 2024

Juve in difesa: "Plusvalenze, criteri arbitrari"

Oggi la sentenza del Tribunale federale. Il club: "Non ci sono algoritmi per stabilire il valore dei giocatori". Paratici: "Addolorato"

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di Paolo Grilli

Il processo sportivo più prevedibile nel suo svolgimento, quello sulle plusvalenze fittizie, vedrà oggi la sua conclusione in primo grado. E con la sentenza entriamo invece nel campo dell’impronosticabile, visto l’unico precedente nella storia del nostro calcio, il procedimento che portò a penalizzare il Chievo di tre punti nel 2018 per le reiterate violazioni della correttezza contabile.

Alla vigilia del giorno del verdetto del Tribunale Federale Nazionale presieduto da Carlo Sica, le difese hanno ribadito con forza una posizione ben nota: impossibile stabilire con precisione il valore economico di un giocatore, per le troppe variabili in campo. La procura federale guidata da Giuseppe Chiné, ricordiamo, ha deferito 61 persone riferibili a undici club, chiedendo per i dirigenti coinvolti misure dure ma senza voler calcare la mano sulle squadre, che potrebbero quindi cavarsela solo con corpose ammende.

Ieri non poteva che essere la giornata della Juve, cui sono contestate ben 32 plusvalenze sospette nelle stagioni 2018-2019 e 2019-2020, quando era direttore dell’area sportiva Fabio Paratici. Il club bianconero si è difeso in audizione mettendo in discussione il modello con cui la Procura Federale ha ridefinito il valore dei giocatori fissando un ‘prezzo giusto’ o più precisamente un ’valore rettificato’ su cui poi è stata calcolata la plusvalenza fittizia. Tra le procedure contestate c’è anche la scelta di confrontare le nuove stime con il sito tedesco Transfermarkt. Più congruo, sostiene il club, quello elaborato da Cies.

Paratici, ora direttore generale del Tottenham, è intervenuto in videoconferenza dall’Italia. La procura federale ha chiesto per lui 16 mesi di inibizione, e si è detto "addolorato" dalle contestazioni mosse nei suoi confronti, respingendo ogni addebito.

Rischiano meno – per loro sono stati chiesti dodici, otto, otto e sei mesi di inibizione – il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’a.d. Maurizio Arrivabene e l’attuale d.s. Federico Cherubini, ma non sfugge che un’eventuale colpevolezza costituirebbe un contraccolpo d’immagine per il club, dopo le tempeste del caso Suarez e della Superlega. Senza dimenticare che la giustizia ordinaria dovrà pronunciarsi al termine dell’indagine Prisma relativa alle formazioni dei bilanci.

Anche il Napoli sostiene l’infondatezza delle contestazioni. "Tutti conoscono Osimhen e il suo valore, che non è stato affatto sopravvalutato, tanto da essere addirittura incrementato oggi dopo neanche due stagioni", ha detto ieri l’avvocato del club, Mattia Grassani. Quanto costi un giocatore, continuano a sostenere le società coinvolte, non è decretabile con un algoritmo. Specialmente se si tratta di giovani con prospettive di carriera diverse. Ma la procura federale crede che Nicolò Rovella, per esempio, non dovesse passare dal Genoa alla Juve per 18 milioni visto il suo valore rettificato di sei; e che Elia Pietrelli, 20enne oggi alla Carrarese, non dovesse essere comprato dal Grifone per otto milioni, al massimo per uno.