Venerdì 26 Aprile 2024

Jannik, top ten della maturità

Ha aggiunto grinta e consapevolezza e ha arricchito il suo bagaglio tecnico con smorzate, colpi più lavorati e discese a rete con il piglio della personalità.

Jannik Sinner

Jannik Sinner

Capelli Rossi è a un passo dal cielo. Jannik Sinner sta per tornare nell’olimpo dei grandi del tennis. Il Masters 1000 di Miami, dove questa sera giocherà la semifinale, può spingerlo di nuovo fra i primi dieci tennisti del mondo.

È questa la seconda scalata di Capelli Rossi al regno dei big ma oggi Jannik è un giocatore diverso da quello che ha ridisceso i gradini del ranking dopo il promettente inizio della sua favola.

Ha cambiato coach (affidandosi all’australiano Cahill) ha modificato il suo stile di gioco, moltiplicandone l’efficacia. Il primo Jannik era una macchina lancia palle, un fantastico ribattitore capace di battere i migliori con un tennis martellante, fatto di ritmo, recuperi impossibili e una glaciale serenità nei momenti topici della gara. Era un Sinner diciannovenne, quasi inconsapevole del proprio potenziale, ma capace di stupire il mondo.

Poi la dura legge del tennis gli ha chiesto di moltiplicare l’impegno fisico con ritmi da fachiro, di volare sempre più alto. E qui la corda si è spezzata, complice qualche infortunio e un fisiologico calo di tensione.

Oggi Capelli Rossi ha 22 anni, è più maturo e consapevole, ha conquistato la terza semifinale di un Masters 1000, la seconda consecutiva. Ma soprattutto ha aggiunto grinta e consapevolezza e ha arricchito il suo bagaglio tecnico con smorzate, colpi più lavorati e discese a rete con il piglio della personalità. Sa che il suo tennis ad alto regime di giri è una garanzia, ma che il guizzo di una

invenzione estemporanea può portarlo nel cielo dei grandissimi. E poi ha già battuto in carriera sia Alcaraz che l’amico Fritz, i due assi di una generazione che sogna di aprire la nuova era del tennis. Jannik sa già che in questo futuro prossimo c’è un posto d’onore anche per lui.