Venerdì 26 Aprile 2024

Il sogno di Bez: "Ho vinto parlando alla moto"

Primo successo in MotoGp per il team di Vale e vetta della classifica: "E dire che avevo paura della pioggia. Il premio è la maglia di Messi"

Il sogno di Bez: "Ho vinto parlando alla moto"

Il sogno di Bez: "Ho vinto parlando alla moto"

di Marco Galvani

Era iniziato tutto lì. Moto 3. Prima vittoria nel Motomondiale. Anno 2018, Argentina. Cinque anni dopo, stessa cornice per un nuovo capolavoro: la prima vittoria in MotoGp. In solitaria. Dall’inizio alla bandiera a scacchi. "Ho goduto, eccome se ho goduto". Tira il fiato, Marco Bezzecchi da Rimini. Classe 1998, per tutti è il Bez. Dentro e fuori le piste. Dentro e fuori l’Academy di Vale e il Ranch. Il Bez si prende la vittoria. Sudata, meritata. Pianificata. L’aveva detto a inizio stagione che avrebbe voluto mettersi dietro le Ducati ufficiali con la sua versione “meno evoluta“. L’Ha fatto. Portando sul gradino più alto del podio anche un po’ di Vale dopo 6 anni. L’ha fatto anche vincendo quella "paura boia" che aveva al mattino quando s’è svegliato e fuori dalla finestra ha visto l’acqua. Gara bagnata: "Ero spaventato, quasi disperato – confessa –, ma alla fine è andata bene". Una gara senza rivali. Proprio come Vale e quella “sviolinata“ in piedi sulla moto sotto il diluvio di Donington 2005. Il maestro e ora l’allievo. Che con la caduta di Pecco Bagnaia si ritrova in testa al Mondiale. Con 9 lunghezze di vantaggio proprio sull’ufficiale Ducati.

"Devo essere sincero che non mi aspettavo proprio di essere così veloce – ammette il Bez –, eppure dopo i primi giri ho capito che potevo spingere e poi gestire. Tutto è filato liscio anche se qualche volta mi sono reso conto di aver toccato il limite. Quando ho visto il margine che avevo sugli altri ho cercato di non perdere la calma. A un certo punto ho iniziato a parlarmi e a parlare con la moto per non perdere la concentrazione". Ha trovato anche il tempo di divertirsi. Questa è la chiave del suo talento. Non esagera mai, Marco. Anche se sul codone della sua moto c’è appiccicata la scritta “Sburoni si nasce“. Tanto per dirla alla romagnola. Con la sua Marianna si è divertito a Termas de Rìo Hondo. Ebbene sì, quest’anno il nome alla moto è rimasto lo stesso della passata stagione. Scaramanzia? Chissà. Ma il team è rimasto lo stesso. Il VR46 di Vale. Marianna ha fatto il suo dovere. "Che emozione", ripete il Bez. Ma sul podio si vanta quasi più della maglietta della Nazionale argentina con l’autografo di Leo Messi: "Oh, è firmata da lui", la sfoggia come un trofeo. Sotto di lui, la squadra, gli amici e papà Vito, in lacrime: "È una cosa bellissima, sono felicissimo".

In fondo è un po’ anche merito suo se il Bez è arrivato fino a qui. Marco che voleva fare il meccanico e poi si è ritrovato su una moto. A 6 anni la prima minimoto come regalo di compleanno, una Polini GP3 e "per me era la moto più bella del mondo. Iniziai a girare nei parcheggi dietro a casa ed ero così gasato che non toglievo mai il casco, me lo portavo pure a letto, come del resto la prima tuta con cui ho cercato più volte di andare a dormire". Finché papà Vito lo ha portato in pista: "Il gioco mi piaceva molto". Poi ci ha preso gusto.