Mercoledì 24 Aprile 2024

Il ragazzo e il mito: Sinner, esame di storia

Wimbledon, alle 14.30 nei quarti Jannik sfida Djokovic imbattuto da 5 anni nel torneo. Ma non è più quello che batté Berrettini

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di Paolo Franci

Lo sport, quasi sempre, è un gioco di specchi all’interno dei quali vivono e poi mutano e poi, ancora, si rivelano in altra forma, talenti che fanno da esempio ad altri talenti. L’eterna ricerca della somiglianza con gli eroi del passato e presente, passa necessariamente per questi riflessi. E capita, a volte, di rivedere se stessi.

E’ successo, ieri, a Nole Djokovic, che ha incorniciato quello specchio nel modo più lusinghiero possibile – visto che si tratta del più forte con Nadal in questo momento a dispetto dalle classifiche – e imbattuto dal 2017 a Wimbledon: "Mi sembra di rivedere un po’ me stesso nel suo gioco. Da fondo campo, nei suoi rovesci piatti, nel suo modo di stare in campo. Gioca in modo veloce e gli piace dare ritmo. Ci siamo allenati più volte insieme. So bene cosa mi aspetta...". Nole è sincero, da campione esperto qual è ha capito come la grande vittoria di Sinner contro Alcaraz, che sarà pure un 19enne, ma pur sempre numero 6 al mondo, ha tracciato un nuovo confine nel tennis e nella carriera di Sinner. "Ho visto il match con Alcaraz – ha detto Djokovic – e Jannik è stato ‘dominante’ nei primi due set. E’ molto solido. Ha tutti i colpi, servizio, risposta, dritto, e mette sempre pressione agli avversari".

Ecco, il servizio, la nuova arma che coach Vagnozzi, in stretta collaborazione con Darren Cahill ha trasformato in una roba alla Mel Gibson, un’arma letale.

E certo non è una banalità il fatto che, contro Isner e Alcaraz non propriamente due pivelli, Sinner non abbia mai perso il turno di battuta. Un’arma in più per giocarsela con Nole, anche se certo non alla pari perché le dimensioni contano nel tennis, soprattutto se davanti ti ritrovi un giocatore che sull’erba è imbattibile e tra l’altro con una striscia ’on fire’ di vittorie giunta a quota 24 match.

Siamo andati a vedere cosa pensano i bookmaker stranieri delle chance di Jannik. Non un granchè, in effetti, perchè ad esempio i brand internazionali 888sport.it o planetwin365, fino a Sisal non concedono chance al nostro tennista inchiodandolo a quote monstre ben oltre le sei volte la posta. E Nole? Al limite del ’no betting’ a 1,10 e dintorni. Insomma, per i bookmakers non c’è speranza per Jannik. E già, ma non era successo anche con Alcaraz? Sì, eccome.

In ogni caso, è una prima volta ai quarti dei Championships e bisogna goderne "ogni momento", come ha sottolineato il ventenne di San Candido, dando tennisticamente del tu a Nole, con il quale s’è allenato diverse volte. E non è un segreto il fatto che The Djoker abbia un debole per lui. Oltre che nel gioco, Sinner è cresciuto dal punto di vista mentale. Contro Alcaraz, dopo aver visto volar via i due match point nel terzo, con impennata dello spagnolo da lì in poi a corredo, il rischio di un ’botto’ era più che concreto. E invece Jannik è rimasto imbullonato nel match così come fa un top player. I sintomi del salto di qualità s’erano visti con John Isner, contro il quale Jannik ha tenuto botta resistendo in quei lunghi e frustranti momenti in cui il servizio dello statunitense non gli ha consentito di giocare. Quella vittoria ha dato a Sinner altra convinzione, esplosa definitivamente contro Alcaraz, in quello che è stato il match preludio di una rivalità che potrebbe contrassegnare il tennis degli anni a venire.