Mercoledì 24 Aprile 2024

"Il nostro Greg è così, non tradisce mai"

Papà Luca Paltrinieri dopo le imprese del figlio: "Se prende un impegno, non lo ferma nessuno". E mamma Lorena ha paura dell’acqua

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di Leo Turrini

Che poi, alla fine, sempre lì torniamo. All’Italia migliore, che si riconosce nei valori espressi da una famiglia sana. Nemmeno è il caso di cedere alla suggestione della retorica da tre palle un soldo, eppure non c’è dubbio che la storia del Nettuno Azzurro, all’anagrafe Gregorio Paltrinieri, re del mondo in piscina e nel mare, non c’è dubbio, dicevo, che questa Storia, con la maiuscola, appartenga ad una cultura, ad una tradizione, a simboli che si fanno esempi e bla bla bla.

Luca Paltrinieri è il padre di Greg. Immaginarlo lontano dall’acqua è praticamente impossibile. Atleta di buon livello in gioventù, poi maestro di nuoto, quindi gestore delle piscine di Novellara, Carpi e Mirandola tra le province di Reggio Emilia e Modena: in fondo una biografia normale, non fosse per la genetica trasmissione di talenti e di valori.

Il messaggio. Mi ha scritto Paltrinieri senior poco dopo l’impresa di Paltrinieri junior nella 10 chilometri di fondo, coda dorata dell’epico trionfo di Paltrinieri junior nei 1500 stile libero in piscina: "Greg è questo!! Bisogna lasciarlo fare… però non viene, mai, meno agli impegni che si assume nei confronti di niente e di nessuno".

A rileggerla, una frase così è la testimonianza schietta di un orgoglio che va persino oltre la trasmissione del DNA: perché qui c’è la consapevolezza di quanto intensa sia la relazione tra una famiglia e lo sport, un piccolo mondo che si schiude all’universo di emozioni condivise.

In breve e senza sbrodolate: esisterebbe Greg, il Nettuno d’Italia, senza il contorno degli affetti? Magari anche no. Perché fra tanto entusiasmo di maschi innamorati dell’acqua c’è sempre stato anche il sano timore di Lorena, la mamma, una saggia signora emiliana che mai ha nascosto di essere addirittura spaventata, ohibò, dalle anfibie passioni del marito e del figlio.

Tanto, che te lo dico a fare? Una storia così non poteva non trasformarsi in un romanzo. Greg l’adolescente che diventa uomo e nel 2016, dopo l’oro olimpico di Rio sui 1500, io e i genitori aspettavamo il campione fuori dalle stanze dell’antidoping e lui non arrivava e la mamma con gli occhi lucidi ripeteva "io comunque dell’acqua ho sempre paura" e il consorte rideva, "pensa te se fosse affogato all’ultima vasca, nostro figlio".

Non è affogato, come non annegò il giorno in cui, bambino, decise che finalmente avrebbe battuto suo padre, nuotando in mare dal pedalò alla spiaggia.

Perché Nettuno è un giovanotto italiano, è nato a Carpi e si chiama Greg. Mamma e papà, silenziosamente, lo sapevano già.

Lo sapevano da sempre.