Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Mondiale? Logora chi non lo fa

Da Dybala ad Ochoa a Rabiot, i “reduci“ dal Qatar determinanti alla ripresa della A: e li pensavamo stremati

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di Paolo Grilli

Paulo Dybala che, da par suo, si incunea nell’area del Bologna e si guadagna un rigore, condendo poi la partita con un paio di guizzi da neo campione del globo. Adrien Rabiot che, gettato nella mischia nella ripresa allo ’Zini’, fa cambiare marcia alla Juve sprintando come una furia a tutto campo: finché, poi, la gara non la risolve Milik, un altro illustre compagno passato dal Qatar.

Ci immaginavamo i reduci dal Mondiale quasi alla stregua di zombie, equiparavamo l’esperienza sui campi dell’emirato al più duro dei lavori usuranti, ma la prima di campionato dopo la sosta di 52 giorni ha detto altro.

Con le dovute cautele nel loro utilizzo, le stelle che hanno brillato nel deserto lo hanno rifatto anche nel nostro campionato. Senza mostrare affanni particolari, e neppure tradendo velleità di relax dopo le fatiche in nazionale.

Guardiamo al Milan: tanto Leao quanto Theo Hernandez, che al Mondiale hanno detto la loro eccome, contro la Salernitana sono stati determinanti. E sarebbe stato curioso il contrario, vista la classe che hanno sempre saputo mettere per il Diavolo. Rafael, poi, sembrava incontenibile da subito all’Arechi, e viene ancora da chiedersi perché nel Portogallo sia stato utilizzato col contagocce. Ha segnato un gol e ne avrebbe fatti anche di più se di fronte non avesse avuto un Ochoa in stato di grazia: anche lui applaudito per le prodezze tra le dune con la maglia del Messico.

Che la Coppa del Mondo non abbia prosciugato tra caldo e tensione i migliori interpreti del nostro campionato, si è visto anche in Spezia-Atalanta. Al Picco sono andati a segno tanto Ampadu, visto col Galles in Qatar, quanto Pasalic, terzo con la Croazia e in campo in tutte e sette le partite della sua nazionale. In generale, che la grande vetrina del pallone abbia regalato gioie o delusioni, chi si è ripresentato nella nostra massima serie ha lucidato i gradi di giocatore internazionale. Certo, Mbappé è inarrivabile: lui ha segnato per il Psg dieci giorni dopo la finalissima... E in Premier, domenica il deluso mondiale Kane ne ha fatti due per il Tottenham di Conte.

Tornando a noi, Lautaro Martinez, partito prudenzialmente in panchina, una volta nella mischia ha mostrato gamba e voglia, accantonando i sorrisi per il successo dell’Albiceleste. E a salvare la porta dell’Inter, all’ultimo minuto, è stato un Onana che in Qatar aveva accumulato soprattutto delusione dopo la rottura choc con la nazionale del Camerun seguita alla sconfitta all’esordio contro la Svizzera.

Il Mondiale come traguardo, ma anche come il più importante trampolino. Tutto può dare, anche fatica: che è poi la sostanza del lavoro di calciatore. Al prossimo mancano 1.300 giorni, dormire sugli allori non si può.