Giovedì 25 Aprile 2024

Gattuso prova a scappare, Kessie lo riprende

Milan in vantaggio con Theo Hernandez, il Napoli va sul 2-1 con Di Lorenzo e Mertens, poi un rigore sigla il 2-2 finale. Espulso Saelemaekers.

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di Luca Talotta

Il San Paolo vuoto fa meno paura, l’epoca di Maradona e Careca è solo un lontano ricordo. Ma sulla strada del Milan verso la clamorosa terza vittoria di seguito (dopo quelle contro Lazio e Juventus) si è messo chi, del milanismo, ne ha fatto uno stile di vita. Siede lì in panchina, Gattuso, in compagnia del suo dente avvelenato; per quello che è stato e per quello che sarebbe potuto essere il suo Diavolo, che non gli ha concesso tempo, uomini e progetto sportivo ma che ha portato a meno di dieci minuti dalla Champions League.

Una storia che ora s’intreccia: Ringhio è reduce dal suo primo trofeo da allenatore, la Coppa Italia conquistata un mese fa con un Napoli preso in corsa e riportato sulla retta via; il Milan dall’ennesima stagione difficile, alla quale seguirà la canonica rivoluzione estiva divenuta ormai routine. Napoli con meno motivazioni, che gioca in modo parco conscio che tra un mese dovrà essere al top della forma per il ritorno degli ottavi di Champions contro il Barcellona (al San Paolo finì 1-1), la partita che vale una stagione; il Diavolo, invece, non può permettersi passi falsi, perché dietro c’è un Sassuolo in salute che spinge per avere il settimo posto, ultimo treno per l’Europa League.

In campo c’è la sintesi di tutto ciò: il Milan dimostra che il buon momento di forma (tre vittorie e un pareggio nelle ultime quattro) non è frutto del caso; il Napoli non incide, si specchia, fa esperimenti e sogna già il match contro Messi e compagni. Fintanto che il ritmo non decolla il Milan va a nozze; non è un caso che, dopo una prodezza di Donnarumma su Callejon, siano proprio i rossoneri ad andare a segno con Theo Hernandez. Una squadra ordinata, che gioca d’insieme e che d’insieme s’addormenta, come in occasione dell’1-1 di Di Lorenzo (l’accusa è concorso di colpe per Kjaer e Donnarumma).

E’ calcio d’estate ma con in palio punti veri, stagione che offre spettacoli bizzarri e vendette di pregio. Come quella che pensa d’aver piazzato Gattuso al 59’, con il guizzo di Mertens frutto dell’immancabile concorso di colpe rossonero, questa volta a firma Bennacer-Romagnoli-Donnarumma. Per fortuna di Pioli, le amnesie son di casa anche nel Napoli: Maksimovic stende Bonaventura, Kessie segna il 2-2 su rigore.

Il Milan esce indenne dal San Paolo e tiene a debita distanza il Sassuolo; Gattuso sfiora la personale vendetta e sogna il Bernabeu. Per una sera, tutti contenti: per la gloria c’è tempo.